Il pomeriggio di venerdì 18 agosto a Licata è stato ucciso a colpi di pistola Giacinto Marzullo, 52 anni, agricoltore e muratore. Adesso è stato arrestato il presunto omicida. E’ Giuseppe Volpe, 19 anni, ed è il nipote di Giacinto Marzullo. Il sostituto procuratore di Agrigento, Carlo Cinque, ha firmato l’ordine di trasferimento in carcere. E Volpe è stato arrestato dai poliziotti del Commissariato di Licata, della Squadra Mobile di Agrigento, e dai Carabinieri della Compagnia di Licata, che hanno condotto le indagini sul delitto. Gli investigatori hanno interrogato i familiari della vittima, tra cui la sorella di Giacinto Marzullo, Domenica Marzullo. E’ stata lei, presentandosi con nome e cognome, a telefonare il pomeriggio di venerdì 18 agosto al 118, invocando soccorso dopo la sparatoria. Poi, ancora durante gli interrogatori, il figlio di Domenica Marzullo, Giuseppe Volpe, avrebbe reso delle dichiarazioni indicando dove è stata gettata la pistola, in un canalone di acque reflue a poche decine di metri dall’appezzamento di terreno di Giacinto Marzullo. La sorella di Marzullo e il figlio di lei Giuseppe hanno incontrato Marzullo innanzi alla sua casa in campagna per discutere di questioni economiche risalenti nel tempo e mai del tutto risolte. Giacinto Marzullo avrebbe accusato la sorella di essersi appropriata dei soldi del loro anziano padre, una pensione di 2mila euro al mese, e anche dei soldi ereditati da una zia, circa 150mila euro, di cui lei, Domenica Marzullo, sarebbe stata badante. Al culmine dell’ennesima discussione, l’alterco è degenerato: Giuseppe Volpe ha impugnato la pistola automatica calibro 9, regolarmente detenuta per l’utilizzo a fini sportivi, e ha sparato. Lo zio ha tentato di scappare lungo una stradina campagnola, ma è stato inseguito e ucciso. Volpe avrebbe esploso l’intero caricatore, forse 14 colpi, e alcuni non sono esplosi, probabilmente perché l’arma si è inceppata. Peraltro, nel corso di una perquisizione, lo stesso Volpe sarebbe stato sorpreso in possesso di 58 piante di marijuana alte 2 metri e coltivate in casa, ed è stato arrestato, in flagranza di reato, anche per detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio, oltre che per omicidio volontario aggravato da futili motivi e porto illegale di arma da fuoco. Inoltre, ancora a casa di Giuseppe Volpe è stato scoperto un foglio con su scritto “Distinti saluti” insieme a due proiettili dello stesso calibro 9: forse si tratta di un messaggio intimidatorio, preparato ma non recapitato.