Le “WikiLeaks” su Matteo Messina Denaro: arrestati un carabiniere e un politico perchè avrebbero tentato di vendere a Corona documenti top secret sulla cattura del boss.
Un carabiniere e un politico di Campobello di Mazara sono stati arrestati ai domiciliari dai Carabinieri dei Comandi provinciali di Palermo e Trapani perché avrebbero tentato di vendere al fotografo Fabrizio Corona documenti segreti sulle indagini relative alla cattura di Matteo Messina Denaro. Il carabiniere, Luigi Pirollo, 48 anni, maresciallo, è indagato di accesso abusivo al sistema informatico e violazione del segreto d’ufficio. Al complice, Giorgio Randazzo, 33 anni, consigliere comunale della Lega a Mazara del Vallo poi approdato in Fratelli d’Italia, si contesta il reato di ricettazione. L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio De Lucia, e dall’aggiunto Paolo Guido. Secondo la Procura, il carabiniere, in servizio al Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Mazara del Vallo, si è introdotto illegalmente nel sistema informativo dell’Arma, ha estratto copia di 768 file riservati relativi alle indagini sulla cattura di Messina Denaro, arrestato il 16 gennaio scorso dai Carabinieri del Ros, e li ha consegnati a Randazzo. Lui, Giorgio Randazzo, ha contattato Corona e ha tentato di vendergli i documenti top secret. Poi, su indicazione dello stesso fotografo, si è rivolto a Moreno Pisto, direttore del quotidiano online Mowmag, proponendogli di acquistare il materiale. I due, Pirollo e Randazzo, hanno rivelato di essere in possesso di un formidabile scoop, tra alcuni interventi collaterali all’arresto del boss, l’elenco degli obiettivi da perquisire e particolari sulla rete dei fiancheggiatori del latitante. Le intercettazioni disposte a carico di Fabrizio Corona hanno consentito la scoperta della trattativa. I carabinieri hanno anche perquisito la casa milanese del fotografo, indagato per ricettazione nell’ambito della stessa inchiesta. Corona, al quale sarebbe stato offerto lo scoop in cambio di soldi, è stato già in possesso di audio chat tra Matteo Messina Denaro e alcune pazienti da lui conosciute in clinica a “La Maddalena” a Palermo durante la chemioterapia quando, ancora ricercato, ha usato l’identità del geometra Andrea Bonafede. Tali audio sono approdati alla trasmissione de “La 7”, “Non è l’Arena”, di Massimo Giletti. E’ stato ciò a indurre i magistrati a disporre le intercettazioni del telefono di Corona. In una delle conversazioni intercettate, che risale al 2 maggio scorso, il fotografo si è riferito ad uno “scoop pazzesco” di cui sarebbe stato in possesso un consigliere comunale, poi identificato in Randazzo, grazie a non meglio specificati carabinieri che avevano perquisito i covi del capomafia e che volevano vendersi il materiale. Nei giorni successivi Corona ha continuato a manifestare l’intenzione di rivendere il materiale che il consigliere Randazzo gli avrebbe procurato. Il 25 maggio, Moreno Pisto, Randazzo e Corona si sono incontrati. In quella occasione il giornalista di Mowmag, con uno stratagemma, è riuscito in segreto a copiare da una pen drive i file a lui mostrati e offerti da Randazzo. Dopo averli visionati si è reso conto della delicatezza del materiale, e si è rivolto ad un amico poliziotto che gli ha consigliato di rivolgersi ai magistrati. Pisto si è recato alla Procura di Palermo e ha raccontato tutto.