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Porto Empedocle, Marilù Caci sul caso “Centro d’accoglienza”

La presidente del Consiglio comunale di Porto Empedocle, Marilù Caci, interviene a seguito del caso insorto in città dove è stato attivato il nuovo centro d’accoglienza per migranti in via Genuardi a ridosso della via Roma, e delle dichiarazioni della sindaca Ida Carmina. Marilù Caci afferma: “Non posso non rimanere basita nel leggere le dichiarazioni rese dal nostro primo cittadino con riferimento alla vicenda del centro di accoglienza per migranti. Ancora una volta viene fornita ai cittadini una informazione non rispondente al reale accadimento dei fatti. Non solo il Sindaco era perfettamente a conoscenza che i migranti sarebbero arrivati in città nel giro di pochi giorni, ma non ha fatto nulla, ma proprio nulla, per osteggiare preventivamente l’apertura della struttura in pieno centro. Nel corso della conferenza capigruppo e del Consiglio comunale, da me convocati per affrontare la problematica, sono state molteplici le richieste formulate sul punto e rimaste totalmente disattese.
Avevamo suggerito un incontro con il Prefetto ed esortato il Sindaco ad instaurare un dialogo con l’Assessorato Regionale preposto al rilascio delle autorizzazioni. Ma soprattutto, nel corso della conferenza capigruppo, avevamo ammonito il Sindaco dal rilasciare il nullaosta che gli uffici comunali devono trasmettere all’Assessorato Regionale affinché venga emesso il Decreto autorizzativo per l’apertura del centro.
L’intenzione era quella di avere a disposizione più tempo per poter discutere con i tecnici su eventuali difformità che legittimassero il diniego del nullaosta.
Ebbene, nel corso del Consiglio comunale, con nostro stupore, il primo cittadino informava la sottoscritta e tutti i consiglieri che il suddetto provvedimento era stato concesso dal responsabile dell’ufficio a sua insaputa, vanificando così il nostro lavoro ed ogni altra iniziativa che avremmo voluto intraprendere. Alla luce di tutto ciò, trovo deprecabile e squalificante che il nostro Sindaco, nel tentativo di deresponsabilizzarsi, abbia deciso di indossare la fascia tricolore ed inscenare una protesta a tratti pirandelliana. A tal proposito, ricordo a me stessa che il Sindaco, nell’esercizio del suo ruolo, è un Pubblico Ufficiale preposto alla sicurezza e alla salute pubblica. Se avesse ritenuto che in quel momento si stesse arrecando nocumento alla collettività avrebbe potuto concretamente esercitare i poteri di cui dispone. Il problema mai risolto purtroppo è sempre lo stesso: un modo di agire che palesa una totale incapacità amministrativa ed una mancanza allarmante di dialogo tra il primo cittadino e qualsiasi altra autorità o istituzione.
È veramente sfiancante assistere ad una politica posticcia ed amatoriale condotta sui social network. Esorto il primo cittadino ad elevare il suo modo di fare politica e di intervenire su questa problematica in modo efficace e con iniziative concrete”.

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