Una storia che ha quasi dell’incredibile, quella dei 14 netturbini di Agrigento, a rischio licenziamento.
Prima l’annuncio in pompa magna della ricollocazione dei netturbini, poi invece l’annuncio che l’accordo, sottoscritto tra Srr, sindacati e alcune imprese, era saltato, e le aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti nel capoluogo erano già pronte a inviare le lettere di licenziamento. Inoltre i sindacati Cgil, Cisl e Uil, durante un incontro alla Presidenza della Regione sulle criticità ambientali, avevano chiesto un intervento ispettivo al Comune. Ed è stata una richiesta che ha fatto andare su tutte le furie l’amministrazione comunale, tanto che ieri in conferenza stampa l’assessore Domenico Fontana, puntando il dito contro le organizzazioni sindacali, ha affermato: “I sindacati facciano chiarezza. Così non è possibile. Non si può cambiare sempre posizione, non ha senso attaccare il Comune di Agrigento. Non ci saranno licenziamenti, se dovessero esserci è colpa di chi non ha tutelato il posto di lavoro di quelle persone”.
Ma c’è di più: nello stesso momento in cui gli amministratori comunali riprendevano Srr e sindacati, questi erano già riuniti per provare a trovare una soluzione ad una vicenda che stava assumendo i connotati di una soap opera più che di una vertenza.
Questa volta, a firmare l’intesa, sono state tutte le aziende, comprese le due assenti inizialmente, Cogesi e Giglione, che hanno fatto pervenire la documentazione attraverso la quale si impegnano ad assumere il personale a loro spettante il prossimo 28 agosto.
Adesso, a meno di nuovi clamorosi cambiamenti, l’accordo prevede che 2 netturbini lavoreranno ad Aragona, uno a Sant’Angelo Muxaro, a Santa Elisabetta, a Joppolo Giancaxio, a Siculiana, a Favara e a Raffadali, 2 a Porto Empedocle e 4 a Siculiana.