Come a Palma di Montechiaro contro il sindaco Pasquale Amato, anche a Licata è stato sfiduciato Angelo Cambiano, il sindaco eletto nel giugno del 2015. Il dibattito in Aula si è protratto oltre 4 ore. Ciascun consigliere è intervenuto con un limite di tempo di 10 minuti. Al sindaco invece sono stati concessi 20 minuti. Poi a favore della mozione di sfiducia hanno votato 21 consiglieri comunali su 30, compresa la presidente del Consiglio comunale Carmelinda Callea. Invece 8 hanno votato no. L’arringa di Angelo Cambiano, a sua difesa, non ha orientato in modo diverso le intenzioni di voto. E le ultime parole da sindaco sono state: “La mozione di sfiducia non si fonda su motivazioni vere. E’ un atto che impugnerò personalmente perché è fasullo, tanto che si è avvertita l’esigenza di integrarlo. Nella mozione di sfiducia è affermato il falso, denunciando un’amministrazione immobile. Per alcuni consiglieri tutto ciò che è stato compiuto di positivo, tra opere e infrastrutture, è stato ereditato, e del negativo è colpevole la mia amministrazione. E’ una mozione di sfiducia che affosserà la città, deterrente per gli investitori, e all’Italia sarà lanciato il messaggio che il sindaco è stato sfiduciato perché ha adempiuto agli ordini della Procura della Repubblica. E’ una mozione di sfiducia fasulla perché licenziate un sindaco per le demolizioni” – ha concluso Cambiano sollevando reazioni tra i consiglieri comunali che non condividono tale tesi, ossia che il sindaco sia stato sfiduciato a causa delle demolizioni degli immobili abusivi che tanto clamore, oltre che minacce e gravi attentati contro lo stesso sindaco, hanno provocato in città. Adesso Licata attende il commissariamento, e ancora l’ormai ex sindaco, Angelo Cambiano, ringrazia e saluta così: “Ringrazio quanti hanno creduto in me e mi hanno sostenuto nei due anni di governo. E ringrazio anche quanti hanno lavorato non per la città ma per la sfiducia già dal giorno dopo le elezioni: anche loro mi hanno indotto a lavorare sempre di più per il bene della città a cui auguro di avere un giorno una politica degna che non sia divisa tra vincitori e vinti, in cui le persone sappiano lavorare fianco a fianco a servizio della città e non servendosi di essa. È stato difficile essere sindaco di una città tanto problematica ma è stato al contempo un vero onore per me. Io e la mia amministrazione abbiamo profuso impegno, dedizione e passione. Ma quanto accaduto dimostra che la politica delle promesse e del torna-contismo alla fine resta sempre in piedi. Da giovane Licatese questo è quanto mi amareggia di più”.