Il Consiglio dei Ministri ha dunque approvato il decreto per la progettazione e la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. I costi lievitano. E al momento si tratta di conti senza l’oste. Perché nell’attuale Documento di economia e finanza, preliminare alla Legge di stabilità, ossia la finanziaria, mancano le coperture finanziarie. Il Documento si avvale di quasi 8 miliardi in deficit in due anni, ma si tratta di importi già appaltati (3,4 miliardi quest’anno per il taglio del cuneo fiscale, e 4,5 miliardi il prossimo per il taglio delle tasse). Per tutto il resto le risorse sono ancora da trovare, compreso il Ponte. E non si tratta di spiccioli: il costo dell’opera, al netto degli aggiornamenti, è di 13,5 miliardi, come quantifica il Documento di economia e finanza. Poi vi sono le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, per le quali si stima un costo di 1,1 miliardi. Complessivamente almeno 14,6 miliardi. L’opposizione insorge: “Il Ponte è una truffa mediatica e politica”. Il ministero dei Trasporti, retto da Matteo Salvini, replica: “E’ ovvio che manchi la copertura. Sarà reperita con la legge di bilancio, come sempre avviene per tutte le grandi opere inserite nella programmazione infrastrutturale del Documento di economia e finanza”.