La Procura al Gip: “Archiviate le indagini a carico di Barbara Mirabella”. L’imprenditrice, candidata di Fratelli d’Italia alle elezioni Regionali, è stata arrestata tre giorni prima del voto del 25 settembre.
Lo scorso 22 settembre, a tre giorni dal voto per le elezioni Regionali, la Squadra Mobile di Catania ha arrestato ai domiciliari l’imprenditrice catanese Barbara Mirabella, assessore comunale a Catania con delega ai “Grandi eventi”, e candidata alle Regionali nella lista di “Fratelli d’Italia”. A carico di lei la Procura etnea ha ipotizzato i reati di corruzione e falso in atto pubblico, in concorso, tra gli altri, con l’ex rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile, primario di Chirurgia del Policlinico di Catania, anche lui arrestato. L’inchiesta ruota intorno all’organizzazione del 123simo congresso nazionale della Sic, la Società italiana di chirurgia, presieduta da Francesco Basile. Per ottenere il sostegno dell’assessore Mirabella, e quindi della giunta comunale di Catania, per tutte le necessità dell’organizzazione del prestigioso congresso, gli amministratori della società organizzatrice, la “New congress srl”, indotti da Basile, avrebbero accettato di pagare 10.000 euro alla società “Expo srl”, di cui è stata socia l’assessore Mirabella, per servizi non necessari all’organizzazione dell’evento. Ebbene adesso il pubblico ministero, Fabio Regolo, si è rivolto al giudice per le indagini preliminari: “Archiviate l’inchiesta”. In attesa che il Gip si pronunci sull’archiviazione delle indagini, escludendo da ogni responsabilità Barbara Mirabella, il suo difensore, l’avvocato Enrico Trantino, commenta: “La pubblicazione della notizia della richiesta di archiviazione nel procedimento a carico di Barbara Mirabella ci costringe a un brevissimo commento, che abbiamo finora evitato in attesa che il Gip assuma la decisione finale. Forse mai come in questo caso il sistema ha mostrato il corretto funzionamento. Con grande senso di onestà intellettuale, i pubblici ministeri hanno preso atto dei chiarimenti forniti dagli indagati e dai loro difensori, concludendo per la correttezza della procedura seguita e per l’insussistenza di fatti di rilievo penale. Non crediamo sia giusto anticipare ulteriori considerazioni, che riserviamo al momento in cui il procedimento sarà definito”. Più vivace è invece la reazione dell’ex assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, adesso parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia e vice capogruppo alla Camera, che ha scritto sui social: “Arrestata in piena campagna elettorale come una delinquente qualunque. Oggi si chiede l’archiviazione perché non c’è nulla di quello ipotizzato. E chi pagherà per quei giorni d’inferno passati da lei e la sua famiglia? C’era davvero l’esigenza di arrestare una persona senza che di fatto vi fosse nulla nelle mani? Quanto vale tutto ciò? Ve lo dico io, non c’è prezzo per ripagare questa indegna vergogna, non c’è prezzo! Sorella mia, tutto il mio affetto, la mia stima e la mia solidarietà!”.