Lavori in corso dopo l’arresto: al setaccio reperti documentali di Messina Denaro ritenuti preziosi, tra cui un’agenda e dei ‘pizzini’ con numeri, nomi e sigle. Scoperto vuoto un terzo covo.
A Campobello di Mazara, nel primo covo di Matteo Messina Denaro, in vicolo San Vito 4, dove ha abitato dal giugno scorso quando è stato acquistato dal vero Andrea Bonafede, è stata trovata un’agenda, un taccuino. E si è appreso che sono saltati fuori numeri, nomi, sigle, il tutto scritto a mano. Si tratterebbe di una rete di relazioni, anche sentimentali, intrattenute dal boss almeno dal 2016 in poi. Il contenuto sarà decifrato accuratamente. Per i cacciatori di Messina Denaro è un prezioso reperto, così come lo è altra documentazione scoperta, tra cui diversi “pizzini” con nomi, numeri di telefono, spese di viaggio. E nel primo covo i Carabinieri hanno trovato anche un poster con il volto de “Il padrino”, quello interpretato nell’omonimo film da Marlon Brando. Nel frattempo, ancora a Campobello di Mazara, la Polizia ha scoperto un terzo covo del boss, a circa mezzo chilometro dal primo, in via San Giovanni 260, al primo piano. Si tratta di un appartamento vuoto e in vendita. Si è riusciti a trovarlo tramite l’impresa che ai primi di giugno del 2022 ha traslocato nella casa in vicolo San Vito. E’ di proprietà di Giuseppe Pacino, che da anni vive in Svizzera. L’appartamento si trova a un solo civico di distanza dall’abitazione di Giovanni Luppino, l’autista di Messina Denaro per il quale il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Fabio Pilato, ha convalidato l’arresto in flagranza. Lui, agricoltore e commerciante di olive, si è difeso sostenendo di ignorare che si trattasse di Messina Denaro, e che l’uomo in auto con lui gli è stato presentato come un cognato di Andrea Bonafede bisognoso di essere accompagnato in clinica per la chemioterapia. Nel capo d’imputazione di Luppino firmato dalla Procura di Palermo si legge: “Nessun elemento può allo stato consentire di ritenere che una figura che è letteralmente riuscita a trascorrere indisturbata circa 30 anni di latitanza, si sia attorniata di figure inconsapevoli dei compiti svolti e dei connessi rischi, ed anzi, l’incredibile durata di questa latitanza milita in senso decisamente opposto, conducendo a ritenere che proprio l’estrema fiducia e il legame saldato con le figure dei suoi stessi fiancheggiatori abbia in qualche modo contribuito alla procrastinazione del tempo della sua cattura che, altrimenti, sarebbe potuta effettivamente intervenire anche in tempi più risalenti. Giovanni Luppino è un soggetto pericoloso. Nonostante l’incensuratezza deve sottolinearsi che l’indagato risulta la persona più vicina allo storico capomafia trapanese su cui forze di polizia giudiziaria e magistratura siano riusciti ad oggi a mettere le mani”. Ancora nel frattempo si ipotizza che Matteo Messina Denaro abbia rinunciato ieri mattina ad essere presente in video-collegamento al processo sulle stragi Falcone e Borsellino a Caltanissetta per sottoporsi alla prima seduta di chemioterapia, in una stanza clinica appositamente allestita a pochi metri dalla sua cella nel carcere de L’Aquila. Tuttavia, nelle ore successive, quando è stato tutto pronto per iniziare la somministrazione, Messina Denaro ha chiesto un altro consulto medico con il primario di oncologia, Luciano Mutti, e la seduta è stata rinviata. E a margine dell’udienza a Caltanissetta, poi rinviata al 9 marzo, il Procuratore generale, Antonino Patti, ha auspicato che Messina Denaro collabori con i magistrati. Le sue parole: “Che collabori lo speriamo tutti, ma nessuno di noi può saperlo. E’ depositario di conoscenze sulla stagione stragista dal ’92 al ’94 ancora oggi non sondate e sconosciute da altri collaboratori”. Anche la Procura di Palermo, nello stesso atto contro Luppino, ha scritto: “Matteo Messina Denaro è verosimilmente custode di verità inerenti le pagine più cupe della storia repubblicana”. E poi sul ruolo di vertice in Cosa Nostra dell’ex superlatitante, e del suo successore, ancora Patti ha aggiunto: “Cosa cambia in Cosa Nostra dopo l’arresto di Messina Denaro? Su questi scenari io non saprei che cosa dire, sicuramente non bisogna abbassare la guardia perché io ritengo che negli ultimi tempi Messina Denaro, probabilmente anche fiaccato dalla malattia, potrebbe avere un pochettino abbandonato il campo. Ma sono argomenti su cui ne sappiamo poco, non saprei su questo aspetto”.