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Calenda in Sicilia, in attesa degli altri

In Sicilia da oggi sono attesi i leader nazionali dei partiti aspiranti al governo. Approdano Salvini, Meloni, Letta e forse Berlusconi. Calenda già in missione al fianco di Armao.

In Sicilia da oggi sono attesi i leader nazionali dei partiti aspiranti al governo. Approdano Salvini, Meloni, Letta e, probabilmente, vi sarà anche Berlusconi. Calenda, leader di Azione, alleata con Italia Viva di Renzi nel Terzo Polo, ha già intrapreso la sua missione nell’isola, a fianco del candidato presidente della Regione, Gaetano Armao, attuale vice e assessore all’Economia. E in Sicilia Calenda ha sottolineato: “La nostra è una sfida uguale a quella che facciamo a livello nazionale. La Sicilia ha bisogno di capacità amministrativa ed esecutiva. Armao ha tutte le competenze per farlo. Noi rappresenteremo la regione al Parlamento, alla Camera e al Senato. Per esempio, daremo due miliardi ai Comuni per fare la progettazione all’esterno, per non perdere i fondi del Pnrr. Dopodichè, se gli italiani vogliono continuare con la destra, la sinistra, il ‘vaffa’, lo faranno. Ma devono sapere che per questa strada ci andremo a schiantare”. E poi, volgendo attenzione verso l’ex alleato Partito Democratico, Calenda ha aggiunto: “Io non capisco. Prima stanno con il Movimento 5 Stelle, poi non ci stanno più. Poi Letta dice che torneranno con i 5 Stelle dopo le elezioni. Però dentro la coalizione ci sono Fratoianni e Bonelli che dicono no a tutto. Non si capisce molto. Credo che Letta gestisca coalizioni confuse. Come pensava di non avere i 5 Stelle a livello nazionale e di averli qui in Sicilia. Non è il momento della confusione in Italia”. E poi su Cateno De Luca: “Gli elettori vogliono votare Cateno De Luca perchè urla in televisione, lo facciano. Nessuno può salvare gli italiani da se stessi. Devono essere i siciliani a capire che il voto vuol dire affidare una cosa propria, la Regione o lo Stato, a persone che non devono essere brave a fare un video ma devono sapere gestire ed amministrare. Ho avuto diverse esperienze professionali, ma quando sono diventato ministro avevo comunque paura di non riuscire: un timore sano, perchè vuol dire che realizzi la difficoltà delle cose. Qui sembra che tutti sanno fare tutto. Non hanno mai lavorato un giorno fuori dalla politica, ma sono tutti dei fenomeni. A me sembra una cosa a cui gli elettori devono dire basta, poi decideranno loro. L’elettore è re in democrazia”. E poi sulla sfida del Pnrr: “Per la campagna in Sicilia stiamo cercando di offrire qui quello che stiamo offrendo in Italia: un percorso di serietà cercando di spendere al meglio i soldi del Pnrr. Lanciamo la sfida del Terzo Polo, qui in Sicilia, con una persona come Gaetano Armao di grande serietà e qualità. Quello che faremo è lavorare per completare quello che Draghi ha iniziato, ovvero il Pnrr, con la Sicilia principale beneficiaria di fondi da spendere direttamente”.

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