Al tavolo nazionale del centrodestra sarebbe stato ribadito lo “schema a tre” per la scelta dei candidati presidente di Sicilia, Lazio e Lombardia. Scontro tra Miccichè e Razza.
Si è svolto un altro tavolo nazionale del centrodestra nel merito delle elezioni Politiche e, in prospettiva, delle Regionali in Sicilia e poi in Lombardia e Lazio. E un altro no sarebbe emerso verso la ricandidatura di Nello Musumeci a presidente della Regione. Fratelli d’Italia avrebbe ribadito (e sarebbe la seconda volta) che, tra le tre Regioni al voto, intenderebbe scegliere il candidato della Regione Lazio, e sarebbe il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Matteo Salvini e la sua Lega preferirebbero invece decidere in Lombardia. E quindi a Forza Italia spetterebbe la facoltà di indicare il candidato in Sicilia. E in tal caso, a meno di altre carte da giocare, sarebbe Stefania Prestigiacomo. Se così sarà, Fratelli d’Italia, che rinuncia a Musumeci, rivendicherebbe la presidenza dell’Assemblea Regionale, adesso di Miccichè. E non mancano le prime incrinature. Infatti, sulla questione migranti (e non è una novità) Salvini e Gianfranco Miccichè non marciano a braccetto. E Miccichè lo ha appena ribadito in occasione dell’escalation di sbarchi a Lampedusa. Intervenendo così: “I problemi ci sono, non c’è dubbio. Ma non possiamo lasciarli in mezzo al mare a morire. Se si parla di migranti io lo considero un problema ma non un fastidio. Bisogna partire dalla questione umanitaria e rivedere la politica sulle migrazioni”. E nel frattempo, ancora in riferimento al dilemma “Musumeci bis”, si è scatenato uno scontro a distanza tra Gianfranco Miccichè e l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. A lanciare la prima freccia è stato Miccichè, che ha affermato: “Che colpa ho io se Musumeci ha avuto un atteggiamento arrogante e sleale nei confronti dei suoi alleati? Adesso la colpa è di chi non lo vuole?”. E Razza ha replicato indignato: “Se c’è una sola parola che non si può utilizzare nei confronti del presidente Musumeci, fino a considerarla infamante e diffamatoria, è proprio ‘sleale’. In 5 anni, senza un solo giorno di crisi, non c’è alleato che non abbia avuto il pieno rispetto dei patti, perché pochi uomini politici hanno il senso della parola come il presidente della Regione. Semmai la lealtà non sempre è stata ricambiata, persino da chi ha incassato nomine concordate ed il giorno dopo ha votato norme blocca-nomine. Ormai è chiaro a tutti che quella di Miccichè è una vera e propria ossessione, che fa male a tutta la coalizione. Al contrario, dal presidente Musumeci non è mai nata alcuna polemica, essendosi fatto interprete più di tutti della unità del centrodestra. Miccichè, la stessa persona che ha parlato di miglior governo della Sicilia solo pochi mesi fa, non parla di risultati del governo, che sono stati copiosi e significativi. Non parla di niente che riguardi i siciliani. L’unico suo problema è meramente un costante attacco alla persona. Gli chiediamo maggiore equilibrio e cerchi di essere più rispettoso anche di Giorgia Meloni e di chi, come Ignazio La Russa, ha lavorato fin dal primo istante per l’unità della coalizione” – conclude Razza.