La Procura conclude le indagini sulla morte di Cinzia Pennino a Palermo dopo una dose di AstraZeneca. Contestato l’omicidio colposo al medico vaccinatore.
A Palermo la professoressa Cinzia Pennino è morta dopo una dose del vaccino anti-covid AstraZeneca il 28 marzo del 2021 all’età di 46 anni. Adesso il medico che le iniettò la dose rischia di essere processato. La Procura di Palermo gli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini, anticamera della richiesta di rinvio a giudizio, per omicidio colposo. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Giorgia Spiri. Il medico attualmente è pensionato, e nel corso dell’interrogatorio ha respinto le accuse, spiegando che, vaccinando in quel periodo mediamente 80 persone al giorno, non ha alcun ricordo della vittima, e che comunque, nella scheda consegnata all’hub della Fiera del Mediterraneo, la paziente Cinzia Pennino non ha indicato di soffrire di alcuna patologia, non sollevando preoccupazioni. Secondo la Procura, invece, anche se due perizie avrebbero escluso il nesso di causalità tra la morte dell’insegnante e il vaccino, il medico vaccinatore avrebbe dovuto accorgersi che lei sarebbe stata affetta da “obesità severa evidente”, perché avrebbe avuto un indice di massa corporea superiore al valore di 35, ovvero 39,79. Dunque la donna avrebbe dovuto essere inserita tra le persone a rischio e ricevere l’altra tipologia di vaccini, Pfizer o Moderna. Il medico ha 20 giorni a disposizione per opporre contro-deduzioni, dopodiché la Procura formulerà la richiesta di rinvio a giudizio al Tribunale.