Dopo l’approvazione della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il decreto sui vaccini arriva a Palazzo Madama dove si allontana la possibilità, prevista inizialmente, che il testo passi con la fiducia. Concluso il passaggio al Senato, il 24 giugno il decreto approderà alla Camera, dove i deputati dovranno convertire il decreto in legge entro il 6 agosto.
La principale modifica dal testo del decreto, dopo il passaggio in Commissione, riguarda la riduzione delle vaccinazioni obbligatorie, passate da 12 a 10: polio, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite, rosolia e varicella, senza le quali i bambini fino ai sei anni non potranno essere iscritti al nido e alla scuola materna. A queste, poi, se ne aggiungono altre quattro consigliate ma non obbligatorie, e si tratta di quelle contro il meningococco B e C, contro il pneumococco e il rotavirus, che saranno offerte gratuitamente e proposte attivamente alle famiglie da parte delle Aziende sanitarie. Inoltre, le vaccinazioni saranno richieste anche per operatori sanitari, sociosanitari e scolastici. Tra le novità arriva anche l’ok alla riduzione delle sanzioni, per i genitori che non vaccinano i figli, da 7.500 euro a 3.500 euro. Poi, tra gli emendamenti che hanno ottenuto il plauso della Commissione Sanità, l’istituzione dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale, che registrerà la situazione vaccinale in Italia. E si sta discutendo in aula anche su un emendamento che prevede la vaccinazione obbligatoria anche per i minori stranieri non accompagnati.
E se da un lato i vaccini vengono considerati una delle più importanti scoperte del millennio perché hanno salvato milioni di vite, dall’altro lato esiste un movimento di genitori e attivisti, i cosiddetti No Vax, che si schierano contro le vaccinazioni preventive.
Dunque, vaccini sì, vaccini no? L’abbiamo chiesto al dottor Gaetano Geraci, Direttore del servizio di Epidemiologia all’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento.
L’Intervista al Vg di Teleacras.