Incredibile: hanno sgomberato di ogni arredo la casa natale di Luigi Pirandello. Tra le stanze vuote solo un audio pre-registrato con la voce di Leo Gullotta: il virtual tour.
Ad Agrigento, al Kaos, a proposito del recente intervento di “riqualificazione” (tra virgolette) della casa natale di Pirandello, non si è trattato di una riqualificazione ma di una depredazione, un saccheggio, perpetrato dai “Visigoti” del 21esimo secolo. Infatti, provare per credere: la casa è stata letteralmente sgomberata di ogni arredo, tutto. Le stanze sono vuote, e il visitatore, ignaro e sbigottito, e che paga 4 euro il biglietto prima di entrare perché non lo pagherebbe dopo, è accompagnato tra le camere solo da un percorso multimediale, ovvero un messaggio audio pre – registrato da un incolpevole Leo Gullotta che narra l’opera letteraria di Pirandello. E’ un virtual tour (così lo definiscono i visigoti illuminati) del tutto non pertinente al significato storico e sostanziale di quella che fu la casa natale di Pirandello. Che bisogno vi è stato di svuotare la casa? Il percorso multimediale non lo si poteva installare conservando intatto il ricordo materiale, tanto suggestivo e rievocativo, degli interni della casa? Anche il “Pino”, resistito alla tromba d’aria del ’97 seppur sfoltito, è stato tranciato di netto, e se ne conserva solo una parte del tronco poggiata di lato alla rozza pietra. E’ incredibile. Ma è tutto vero. Ai responsabili: visitate le case di Alessandro Manzoni, di Giovanni Pascoli, e di tanti altri, e vi renderete conto – speriamo ma diffidiamo – di ciò che avete combinato. Anzi no: abbattete anche i Templi, e inserite un percorso multimediale che guidi il visitatore narrando virtualmente con un messaggio audio la storia delle vestigia di Akragas, magari con la voce di un altrettanto incolpevole Pippo Franco, già a fianco di Leo Gullotta nel celebre “Bagaglino”. Assessore regionale ai Beni Culturali, all’Identità Siciliana e ai percorsi multimediali, Alberto Samonà: pagate il viaggio di ritorno all’impresa di trasloco, e restituite la casa natale di Luigi Pirandello ad Agrigento e al pianeta terra. Solo così sarete perdonati nei libri di storia. Io me ne sono accorto adesso. Al mio tempo della scuola, quando si propinavano meno progetti “Pon, Pin, Pun, Pan”, noi studenti siamo stati condotti con entusiasmo anche in visita d’istruzione alla casa natale di Pirandello. E ne ho serbato un ricordo affascinante per decenni. Oggi, quando sono uscito fuori dalla casa, ho chiesto stupefatto: “Ma perché?”. E manifestando solidarietà mi è stato risposto commiserandomi così: “Lei non è il primo che rivolge la stessa domanda”.