La Cassazione ha annullato il no al risarcimento danni per ingiusta detenzione a Bruno Contrada. Rinvio in Appello. L’intervento del difensore, l’avvocato Giordano.
Il 6 aprile del 2020 la Corte d’Appello di Palermo ha accolto la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata da Bruno Contrada, ex numero due del Sisde e già capo della Squadra Mobile di Palermo, condannato a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. A Contrada sono stati liquidati 667mila euro. La condanna dell’ex poliziotto è stata ritenuta illegittima dalla Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, e dalla Cassazione allorchè, all’epoca delle presunte condotte criminose di Contrada, ovvero tra 1979 e 1988, il reato di concorso esterno alla mafia non era stato ancora previsto dal codice penale italiano. E dunque sarebbe stato da applicare il principio “nulla poena sine lege”, ovvero non è possibile alcuna condanna per un reato non previsto dalla legge. Contro il risarcimento a Contrada accordato dalla Corte d’Appello di Palermo hanno presentato ricorso in Cassazione la Procura Generale di Palermo e l’Avvocatura dello Stato nell’interesse del ministero dell’Economia. Ebbene, il 21 gennaio del 2021 la Cassazione ha annullato con rinvio la stessa ordinanza della Corte d’Appello di Palermo che ha riconosciuto a Bruno Contrada la riparazione per ingiusta detenzione, quantificandola in 667mila euro. Dunque: annullamento con rinvio per il riesame ad un’altra Corte d’Appello di Palermo che lo scorso 13 gennaio, al contrario della prima volta nell’aprile del 2020, ha risposto no e ha rigettato l’istanza di risarcimento del danno per ingiusta detenzione firmata dal difensore di Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, che ha presentato ricorso in Cassazione. E adesso la Cassazione ha una seconda volta disposto l’annullamento del verdetto rinviando gli atti ad un’altra Corte d’Appello palermitana. E l’avvocato Giordano commenta: “Aspettiamo il deposito delle motivazioni per meglio comprendere la portata del provvedimento. Quel che è certo è che la Corte di Cassazione si è rifiutata di ratificare la decisione ingiusta e convenzionalmente illegale dei giudici di Palermo, che non avevano preso minimamente in considerazione le nostre difese e il diritto della Corte europea dei diritti dell’uomo, neppure per confutarli. Rimane obiettivamente sempre meno margine, con questo provvedimento, per coloro che si ostinano a non attuare la Convenzione e a fare finta che la sentenza della Corte europea su Contrada non sia mai esistita. Adesso puntiamo a che il risarcimento a favore del dottor Contrada sia riconosciuto nei tempi più brevi, considerata la sua età e lo stato di salute”.