Il 13 gennaio del 2015 a Palermo, al palazzo di giustizia, a conclusione del giudizio abbreviato, il giudice per le udienze preliminari, Riccardo Ricciardi, ha condannato a 6 anni di carcere Anna Messina, 38 anni, di Porto Empedocle, sorella del boss di Porto Empedocle, Gerlandino Messina. La donna, difesa dall’ avvocato Salvatore Pennica, e per la quale la pubblico ministero della Dda, Rita Fulantelli, ha invocato 10 anni di reclusione, è imputata di favoreggiamento reale dall’avere agevolato l’associazione mafiosa allorchè sarebbe stata messaggera del fratello Gerlandino durante la latitanza. A Favara, in Corso Stati Uniti, nella palazzina a due piani dove il 23 ottobre del 2010 i Carabinieri arrestarono Gerlandino Messina, fu scoperta una lettera di Anna Messina con su scritto: “Caro fratello, ieri ho visto 45 ( gs) mi ha detto che aspetta posta da te, dice che è urgente, vedi tu”. Poi, il 22 aprile del 2016 la Corte d’ Appello di Palermo ha ridotto da 6 a 5 anni di reclusione la condanna inflitta ad Anna Messina, imputata non più di favoreggiamento ma di concorso esterno in associazione mafiosa. Il difensore, l’avvocato Pennica, ha insistito nella richiesta di assoluzione sostenendo che: “secondo il contenuto dei ‘pizzini’ ritrovati si evincerebbero contatti di sola natura familiare, che nulla hanno a che vedere con l’associazione mafiosa, ma al massimo potrebbero paventare un favoreggiamento, che la legge non punisce tra familiari”. Ebbene, adesso, in occasione del terzo grado di giudizio, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. E dunque sarà un’altra sezione d’Appello a Palermo a giudicare una seconda volta Anna Messina. E l’avvocato Salvatore Pennica commenta: “Sono convinto della non colpevolezza di Anna Messina. E’ un processo che si sarebbe dovuto chiudere con l’assoluzione se il pregiudizio sul cognome non avesse offuscato il giudizio. Siamo pronti a continuare la battaglia processuale”.