Disposta la confisca definitiva dei beni della famiglia del collaboratore Lorenzo Cimarosa, cugino di Messina Denaro. Lo sfogo del figlio. L’intervento del presidente dell’Antimafia, Morra.
La Cassazione, con sentenza definitiva, ha disposto la confisca: ai primi di giugno Giuseppe e Michele Cimarosa, con la madre Rosa Filardo e la nonna Rosa Santangelo, consegneranno allo Stato la loro casa e l’annesso maneggio equestre “Equus”, in contrada Fontanelle Maggiare, a Castelvetrano. L’immobile è intestato ai due figli del collaboratore di Giustizia Lorenzo Cimarosa, cugino di Matteo Messina Denaro, morto a 56 anni per cause naturali l’8 gennaio del 2017. Il primo sequestro preventivo risale al 2014 ad opera della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. Poi è stato confermato in Appello e adesso dalla Suprema Corte. Giuseppe Cimarosa, 39 anni, è appassionato di equitazione, e ha partecipato a diversi e prestigiosi eventi equestri in tutta Italia. E innanzi alla Commissione nazionale antimafia si è rammaricato così: “Credevo che la scelta di mio padre di collaborare con i magistrati fosse stata apprezzata da molti cittadini e, invece, mi sono ritrovato da solo con mia madre, mio fratello e mia nonna, la sorella della madre di Matteo Messina Denaro. C’è chi, con un pretesto, è andato via dai corsi di equitazione, altri ancora hanno deciso di non parlarmi più. Mio padre con le sue dichiarazioni ha rotto un muro di omertà. La sua collaborazione ha sferrato un colpo durissimo alla famiglia Messina Denaro, ma io ho ricevuto la confisca della casa e del maneggio, che per me sono l’unica bombola d’ossigeno. Oggi nel mio maneggio abbiamo un vivaio di quasi 50 tra bambini e ragazzi, e l’associazione ‘Libera’ organizza periodicamente incontri, portando anche alcuni detenuti minorenni in prova per ascoltare la nostra testimonianza” – ha concluso. Ecco perché il presidente della Commissione nazionale antimafia, Nicola Morra, in tour nella provincia di Trapani, ha appena incontrato Giuseppe Cimarosa, e commenta: “Se adesso lo Stato dovesse, insipientemente, abbandonare Giuseppe Cimarosa, ma sono sicuro che non avverrà, lo Stato farebbe vincere, magari non in maniera intenzionale, Cosa Nostra. Ci siamo attivati e le istituzioni stanno rispondendo per il momento bene. Ma bisogna sempre insistere ed essere prudenti” – conclude. Sarebbe stato proprio Giuseppe Cimarosa a convincere il padre Lorenzo, indicato come il cassiere del boss latitante Matteo Messina Denaro, a collaborare con la Giustizia. Nel 2017, pochi mesi dopo la morte di Cimarosa, nel cimitero di Castelvetrano la tomba fu danneggiata: ignoti spaccarono un angelo di marmo posto sulla lapide, che rovinò a terra rompendo un cuore in ceramica, un lumino, e un libro di marmo con la foto e un pensiero scritto dai familiari. A Firenze i parenti, per ricordarlo, hanno affisso la foto di Lorenzo Cimarosa sulla tomba di famiglia. E anche la foto è stata danneggiata nel 2019.