Maria Falcone rilancia l’allarme del rischio infiltrazioni mafiose nella spesa dei fondi del Pnrr in Sicilia. Draghi rassicura: “Allerta massima e concreta”.
Maria Falcone, la sorella del giudice vittima della strage di Capaci, è appena intervenuta ad un dibattito pubblico nel merito delle prospettive di sviluppo economico e sociale in Sicilia contro le devianze criminali, soprattutto giovanili. E ha colto l’occasione per rilanciare l’allarme delle temute infiltrazioni mafiose nell’ambito della spesa in Sicilia dei fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. E ha affermato: “Spero che questo flusso di soldi che arriverà con il Pnrr serva per riscrivere la storia del nostro Sud e che non finisca nelle mani dei mafiosi. L’auspicio è che il Pnrr sia la base per creare sviluppo in Sicilia. Perché Giovanni diceva sempre che per battere la mafia bisognava farlo nel campo culturale, perché essa stessa è un fatto culturale. Questo lo abbiamo fatto. Quello che non abbiamo fatto è stato creare uno sviluppo adeguato nel Meridione”. E poi ha aggiunto: “A 30 anni dalla strage di Capaci è tempo di bilanci. Tanto abbiamo fatto, e tanto significa avere messo in carcere la maggior parte dei latitanti di Cosa Nostra. E tanto hanno fatto le forze di polizia, che hanno continuato il loro lavoro sotto la spinta della società civile”. E a stretto giro di posta ha condiviso e replicato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha rimarcato: “Per sconfiggere le mafie lo Stato deve essere più presente, là dove le mafie provano a sostituirsi alle istituzioni. Per questo dobbiamo migliorare i servizi e le reti di assistenza sociale. Per questo dobbiamo favorire l’occupazione, soprattutto tra i più giovani, creare opportunità, rafforzare i legami sociali, a partire dai contesti più marginali e svantaggiati. Sono obiettivi al centro dell’azione del Governo, in cima alle nostre priorità”. Draghi sottolinea anche quanto siano decisive “la confisca e la riconversione dei beni sottratti alla mafia” e, al fine di renderne più efficiente la gestione, lancia una proposta nuova: “Istituiamo un Osservatorio permanente sui beni sequestrati e confiscati, per garantire un’informazione affidabile e aggiornata, affinché i beni tolti ai boss siano restituiti alla comunità per ospitare nuova edilizia residenziale pubblica, centri culturali per i giovani, asili nido e centri antiviolenza per donne e bambini”. E poi sottolinea: “Per proteggere i fondi del Pnrr. semplifichiamo le procedure, rafforziamo i controlli e il ruolo dei prefetti, senza ostacolare le imprese”. E poi ha concluso: “ Oggi la mafia è cambiata, e, rispetto a 30 anni fa, ha assunto forme nuove, ma altrettanto temibili. Non viviamo più l’incubo dello stragismo, del terrorismo di stampo mafioso. Le mafie si insinuano nei consigli d’amministrazione, nelle aziende che conducono traffici illeciti, al Nord e nel Mezzogiorno. Inquinano il tessuto economico, dal settore immobiliare al commercio all’ingrosso. Controllano il territorio con la violenza, soffocano la libera concorrenza. Tra gli insegnamenti di Giovanni Falcone c’è quello, essenziale, di ‘seguire la traccia dei soldi’. Dobbiamo continuare a farlo per proteggere l’economia italiana, i cittadini, le imprese”.