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“Contrada”, e adesso?

Bruno Contrada è nato a Napoli il 2 settembre del 1931. Ha 86 anni, e 10 anni di detenzione li ha scontati. Tuttavia, gli è giunta la notizia che non avrebbe dovuto scontare la condanna perché lui non sarebbe stato condannabile perché il reato per il quale è stato condannato, il concorso esterno alla mafia, quando sarebbe stato commesso, prima del 1994, non sarebbe stato previsto dalla legge come reato, e quindi non sarebbe stato come tale prevedibile. Sono le ragioni addotte nel 2015 dalla Corte Europea per i diritti dell’Uomo, e che adesso, su ricorso della difesa di Contrada, ha assunto come proprie la Cassazione Italiana, che ha revocato la sentenza di condanna. Almeno così si presuppone e si deduce da quanto accaduto seguendo l’evoluzione logica degli eventi. Però, nel dettaglio, le motivazioni usate dalla Cassazione non sono state ancora rese note, e lo saranno nel prossimo futuro. Ed è importante che lo siano, perché l’attuale sentenza Contrada potrà essere sbandierata dai difensori di Marcello Dell’Utri, condannato a 7 anni per lo stesso reato contestato a Contrada, il concorso esterno alla mafia, e anche per Dell’Utri in riferimento a un periodo precedente al 1994. Oppure per l’ex Questore, Ignazio D’Antone, che insieme a Contrada ha lavorato alla Squadra Mobile di Palermo all’epoca di Boris Giuliano, e che, anche lui, è stato condannato a 10 anni di carcere per concorso esterno alla mafia risalente a prima del 1994, anno in cui tale reato è stato inquadrato in una cornice definita sia processualmente che giuridicamente. Appresa la notizia della revoca della condanna a Contrada, l’ex pubblico ministero a Palermo, adesso alla Direzione nazionale antimafia, Nino Di Matteo, ha commentato: “I fatti rimangono fatti, i rapporti di grave collusione con la mafia rimangono accertati nella loro esistenza e gravità. Già questo rende merito al lavoro della Procura di Palermo e dei Giudici che li hanno accertati”. E Contrada ribadisce: “Non ho mai commesso i fatti che mi sono stati contestati. Come dissi dopo la condanna di primo grado, se fossi stato colpevole allora 10 anni di galera non sarebbero stati sufficienti. Mi avrebbero dovuto fucilare alle spalle per alto tradimento. Non odio nessuno. Per i miei accusatori ho solo disprezzo. Se li incontrassi cambierei semplicemente marciapiede”. E il suo difensore, l’avvocato Stefano Giordano, annuncia che chiederà il reintegro di Contrada in Polizia e la restituzione di anni di pensione sospesa, e poi sottolinea: “Di fatto con questa sentenza, il mio cliente è incensurato perché tutti gli effetti penali della condanna sono stati revocati”.

Angelo Ruoppolo
Angelo Ruoppolohttps://www.teleacras.it
Giornalista professionista, di Agrigento. Nel febbraio 1999 l’esordio televisivo con Teleacras. Dal 24 aprile 2012 è direttore responsabile del Tg dell’emittente agrigentina. Numerose le finestre radio – televisive nazionali in cui Angelo Ruoppolo è stato ospite. Solo per citarne alcune: Trio Medusa su Radio DeeJay, La vita in diretta su Rai 1, Rai 3 per Blob Best, Rai 1 con Tutti pazzi per la tele, Barbareschi shock su La 7, Rai Radio 2 con Le colonne d’Ercole, con Radio DeeJay per Ciao Belli, su Rai 3 con Mi manda Rai 3, con Rai 2 in Coast to coast, con Rai 2 in Gli sbandati, ancora con Rai 2 in Viaggio nell'Italia del Giro, con Striscia la notizia su Canale 5, con Radio 105 nello Zoo di Radio 105 e Rebus su Rai 3. Più volte è stato presente e citato nelle home page dei siti di Repubblica e di Live Sicilia. Il sosia di Ruoppolo, Angelo Joppolo, alias Alessandro Pappacoda, è stato il protagonista della fortunata e gettonata rubrica “Camera Zhen”, in onda su Teleacras, e del film natalizio “Gratta e scappa”, con una “prima” affollatissima al Cine Astor di Agrigento. I suoi video su youtube contano, al 6 ottobre 2024, 30.317.320 visualizzazioni complessive. Gli sono stati assegnati diversi premi tra cui: "Sipario d'Oro", "Alessio Di Giovanni", "Mimosa d'Oro", "Pippo Montalbano". Indirizzo mail: angeloruoppolo@virgilio.it
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