La Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni di carcere inflitta all’ex numero 2 del Sisde Bruno Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa. I giudici hanno accolto il ricorso del difensore di Contrada, l’avvocato Stefano Giordano, che ha impugnato il provvedimento con cui la Corte d’Appello di Palermo ha dichiarato inammissibile la sua richiesta di incidente di esecuzione. Bruno Contrada, tra il carcere, e poi i domiciliari per motivi di salute, ha scontato tutta la pena. Poi nel 2015 la Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia a risarcire Contrada ritenendo che non dovesse essere né processato né condannato perché all’epoca dei fatti a lui contestati il reato di concorso in associazione mafiosa non era “chiaro, né prevedibile”. E si tratta delle stesse ragioni per le quali adesso la Cassazione ha revocato la condanna. Bruno Contrada commenta: “Dopo 25 anni di sofferenza e di dolore, sapendo di essere innocente e di avere servito con onore lo Stato, le Istituzioni e la Patria, arriva finalmente l’assoluzione, dall’Italia e dall’Europa. Ho sofferto molto e molto più di me ha sofferto la mia famiglia. Il mio pensiero va a tutti loro, che mi sono sempre stati vicini. Il mio onore? Non l’ho perduto mai, ho sempre camminato a testa alta perché ho sempre e solo fatto il mio dovere”.