Il movimento politico “Servire Agrigento”, tramite il coordinatore provinciale, Raoul Passarello, interviene nel merito delle prospettive delle Zone franche montane, e afferma: “Non può rimanere inascoltata la richiesta di aiuto di tanti piccoli Comuni delle aree interne e montane della Sicilia tagliati fuori dall’elenco delle Zone franche montane che lottano per non sparire. L’aver previsto nel progetto di legge-voto approvato dall’Assemblea un’altitudine sopra i 500 metri sul livello del mare, tra i criteri per l’individuazione dei Comuni che rientreranno fra le Zone franche montane, significa condannare definitivamente allo spopolamento diverse aree particolarmente svantaggiate anche della provincia di Agrigento, che non potranno ottenere importanti agevolazioni fiscali e previdenziali per cittadini e aziende. Oggi le aree dell’entroterra agrigentino sono contesti territoriali fortemente connotati da marginalità geografica, economica, svuotamento, viabilità impervia e scarse opportunità di lavoro e di vita. Emblematico è il caso del Comune di San Biagio Platani che, pur registrando un lento ed inesorabile processo di spopolamento, non potrà ottenere le necessarie misure economiche previste dalle ZFM poiché si trova su un’altitudine di 416 metri sul livello del mare. In questo ultimo scorcio di legislatura, il Governo regionale ha la possibilità di rimediare – all’ingiusto danno inferto alle decine di migliaia di operatori economici che continuano a resistere – colmando l’evidente disparità di trattamento tra territori, alquanto poco coerente con l’obiettivo di ridurre i differenziali di sviluppo tra popolazioni e ridare nuove prospettive di crescita a tutte le aree maggiormente svantaggiate senza ulteriori sperequazioni”.