In calendario il 4 maggio la prima udienza del processo di secondo grado a Matteo Messina Denaro, già condannato all’ergastolo per le stragi Falcone e Borsellino.
Il 21 ottobre del 2020 la Corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta da Roberta Serio, ha condannato Matteo Messina Denaro all’ergastolo anche per le stragi di Capaci e via D’Amelio contro Falcone e Borsellino. Come mandante. Ebbene, il processo innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta inizia mercoledì 4 maggio. La Corte d’Assise in primo grado, motivando la sentenza di condanna, tra l’altro ha scritto: “Messina Denaro condivise in pieno l’oggetto e la portata del piano criminale di Riina di attacco allo Stato e di destabilizzazione delle sue Istituzioni allo scopo, da una parte, di colpire i nemici storici, gli inaffidabili e i traditori di Cosa Nostra, e dall’altra di entrare in contatto con nuovi referenti con cui trattare per giungere ad un nuovo equilibrio”. La Corte ha aggiunto: “Messina Denaro era a conoscenza della ‘trattativa Stato-mafia’, ovvero l’altra faccia della medaglia del piano stragista. In definitiva, Matteo Messina Denaro fu in assoluto un membro del cerchio magico di Riina e, anche solo in tale veste (senza nulla togliere alla comunque accertata reggenza della provincia di Trapani), è uno dei protagonisti dell’attacco sfrontato che Cosa Nostra intraprese contro lo Stato al fine di destabilizzarne le Istituzioni e costringerlo, tramite nuovi canali referenziali, a trovare un compromesso favorevole ad entrambi i fronti”. E poi la Corte ha aggiunto: “Messina Denaro mise fattivamente a disposizione della causa stragista le proprie energie e le sue forze militari e logistiche, convogliando in senso unidirezionale tutta la nomenclatura trapanese. Man mano che il piano stragista prese corpo, in parallelo Matteo Messina Denaro – in via diretta o indiretta, anche a mezzo degli uomini d’onore della provincia mafiosa da lui retta – dimostrò tangibilmente la sua perdurante adesione al piano, ribadendo la fedeltà a Riina in quel delicato momento per la sua leadership e per l’intera Cosa Nostra”. Al processo di secondo grado l’accusa sarà rappresentata dal Procuratore Generale, Antonino Patti. L’Assise d’Appello sarà presieduta ancora da una donna, il giudice Maria Carmela Giannazzo. Per le bombe del ’93, ossia l’attentato a Roma in via Fauro contro Maurizio Costanzo, poi ancora a Roma la strage di San Giorgio al Velabro, a Firenze in via degli Uffizi, e a Milano in via Palestro, Matteo Messina Denaro è stato già condannato all’ergastolo nel 2002. La sentenza è definitiva ma, ovviamente, non è stata ancora eseguita. Lui è latitante dal maggio del ’93. L’ultima sua foto risale al 1982, ed è la prima che ritrae Messina Denaro per intero. Lui ha 20 anni. La corporatura è esile : infatti lui è inteso “U siccu”. Poi la sigaretta in mano, Marlboro rosse, che ha sempre fumato, l’orologio d’oro Rolex, e gli occhiali a goccia Ray – Ban. E poi il doppiopetto, e l’atteggiamento spavaldo.