La Procura antimafia di Palermo ha chiesto 20 condanne nell’ambito del giudizio abbreviato al processo “Xydi”. Altri 9 imputati sono sotto processo ordinario. I dettagli.
Il 2 febbraio del 2021 è stato il giorno del maxi blitz antimafia dei Carabinieri nell’Agrigentino intitolato “Xydi”, e adesso è stata la volta della requisitoria per 20 dei 30 imputati che hanno scelto di essere giudicati in abbreviato. E tra di loro vi è anche l’ex avvocato di Canicattì, Angela Porcello, 51 anni, che, dopo avere ammesso le proprie responsabilità, ha più volte manifestato la volontà di collaborare con i magistrati. A carico di lei i pubblici ministeri della Procura antimafia di Palermo, Claudio Camilleri, Gianluca De Leo e Francesca Dessì, hanno proposto al Tribunale la condanna a 18 anni di carcere, e, in occasione dell’arringa accusatoria, non hanno concesso alcuna attenuante, tra l’altro affermando: “Angela Porcello ha strumentalizzato la toga dell’avvocato per coltivare gli affari della famiglia mafiosa in cui aveva un ruolo di primo piano il compagno, Giancarlo Bugea, già condannato per mafia. E ciò anche per incontrare il boss Giuseppe Falsone, detenuto al 41 bis, e veicolare i suoi messaggi. Nel suo studio legale ha tenuto summit e messo insieme i capimafia di diverse province e realtà territoriali per discutere di strategie e dinamiche: una vera e propria consigliori e cassiera del clan”. E la condanna più severa, 20 anni di reclusione, è stata invocata a carico dell’imprenditore Giancarlo Bugea, di Canicattì. E 20 anni anche per l’anziano boss Calogero Di Caro, 74 anni, presunto capo del nuovo mandamento di Canicattì, e per Luigi Boncori, 70 anni, presunto capomafia di Ravanusa. Poi ecco le altre richieste di condanna: Giuseppe Grassadonio di Agrigento 1 anno, Giuseppe Sicilia di Favara 18 anni e 8 mesi, Calogero Paceco di Naro 10 anni e 8 mesi, Simone Castello di Villafrati 12 anni, Antonino Oliveri di Canicattì 10 anni e 8 mesi, Diego Cigna di Canicattì 10 anni e 8 mesi, Gregorio Lombardo di Favara 12 anni, Giuseppe D’Andrea di Agrigento 4 anni, Luigi Carmina di Caltanissetta 10 anni e 8 mesi, Gianfranco Gaetani di Naro 10 anni e 8 mesi, Gaetano Lombardo di Favara 10 anni e 8 mesi, Giuseppe Pirrera di Favara 2 anni e 8 mesi, Giovanni Nobile di Favara 2 anni e 8 mesi, Vincenzo Di Caro di Canicattì 2 anni, e Giuseppe Giuliana di Delia 16 anni e 8 mesi. E poi 2 anni e 4 mesi per l’avvocato Annalisa Lentini, di Canicattì, che, come l’avvocato Calogero Lo Giudice, anche lui di Canicattì e che sarà giudicato in ordinario, risponde solo delle ipotesi di reato di falso e procurata inosservanza di pena perchè avrebbero, insieme alla collega Angela Porcello, falsificato la data di spedizione di una raccomandata al fine di rimediare a un errore nella presentazione dell’atto di appello di una condanna, nei confronti di un cliente della Porcello, nel frattempo divenuta definitiva. Altri 9 imputati sono sotto processo ordinario innanzi alla seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento presieduta da Wilma Angela Mazzara. E si tratta di Giuseppe Falsone, 51 anni, ergastolano di Campobello di Licata e già capo provincia di Cosa Nostra agrigentina. Poi Antonino Chiazza, 51 anni, di Canicattì, Pietro Fazio, 48 anni, di Canicattì, Santo Gioacchino Rinallo, 61 anni, di Canicattì, Antonio Gallea, 64 anni, di Canicattì, Filippo Pitruzzella, 60 anni, ispettore della Polizia in pensione, di Campobello di Licata, Stefano Saccomando, 44 anni, di Palma di Montechiaro, Calogero Lo Giudice, 47 anni, di Canicattì, Calogero Valenti, 57 anni, di Canicattì. In quanto latitante è stata stralciata la posizione di Matteo Messina Denaro.