Nella relazione pubblicata dal distretto di Corte d’Appello di Palermo, presieduta da Matteo Frasca, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, una parte è riservata alla provincia agrigentina. E si legge: “Nel territorio della provincia di Agrigento oramai da almeno sei anni si è verificata una serie di fatti di reato quali omicidi e tentati omicidi, nonché rinvenimento di veri e propri arsenali di armi, anche del tipo da guerra tra kalashnikov, esplosivi e altro, da cui desumere la progressiva recrudescenza di fatti criminosi di sangue nel territorio, dopo un periodo di sostanziale silenzio da parte delle organizzazioni mafiose. Peraltro è emerso il ritorno ad agire sul territorio di una frangia criminale-mafiosa, quella della Stidda, condannata da tempo all’estinzione, adesso in una competizione allo stato pacifica con Cosa Nostra specie sul lucrosissimo, e dunque strategico, settore delle mediazioni nel mercato ortofrutticolo, uno dei pochi settori produttivi nella provincia di Agrigento. Dalle indagini è inoltre emerso che Cosa Nostra e Stidda hanno sancito un accordo di pace tuttora vigente”.