I Comuni siciliani coinvolti nel ballottaggio sono sette, e si è registrata un’affluenza alle urne pari al 42,54% rispetto al 20,50% del primo turno.
A Trapani è stato necessario ma non è stato raggiungo il quorum, con il 50% dei votanti, per eleggere l’unico candidato in corsa, Pietro Savona, sostenuto dal Partito Democratico e da due liste civiche, dopo che Girolamo Fazio, primo nella tornata elettorale dell’11 giugno, si è ritirato. Adesso il Comune di Trapani sarà commissariato e si voterà tra un anno.
Quanto agli altri comuni nel Catanese, a Scordia Franco Barchitta del centrodestra, la spunta sulla grillina Maria Contarino. A Palagonia Salvo Astuti ha la meglio su Valerio Marletta. Il nuovo primo cittadino di Floridia è Giovanni Limoli. Niscemi premia Massimiliano Conti. Termini Imerese sceglie Francesco Giunta.
Nella provincia di Agrigento, Sciacca ha scelto Francesca Valenti, il primo sindaco donna, con il 54% dei voti rispetto al 46% del candidato Calogero Bono. La stessa Valenti, giunta in piazza dopo i risultati, ha affermato: “Se me l’avessero detto, qualche mese fa, non ci avrei creduto. Sono contenta, io amo questa città e farò il sindaco con tutto l’impegno e l’amore che posso”.
E adesso riflettori puntati sulle elezioni Regionali che si terranno il 5 novembre. Incertezza ricorre in tutti gli schieramenti, anche nel centrosinistra dove il Partito Democratico ha ricevuto risposta negativa da parte del Presidente del Senato, Pietro Grasso, che dopo un incontro con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha deciso di non candidarsi a Presidente della
Regione. E lo stesso Grasso, tramite una nota diffusa alla stampa, ha affermato: “Il mio impegno e il mio amore per la Sicilia non smetterà di esprimersi in ogni forma e in ogni sede anche nazionale, ma i miei doveri istituzionali attuali mi impongono di svolgere, finché necessario, il mio ruolo di presidente del Senato”. “Nel corso del colloquio tra Grasso e Orlando sono state affrontate – si legge in una nota del portavoce di Grasso – tutte le implicazioni politiche e istituzionali di tale scelta, soprattutto in relazione al delicato momento della legislatura e ai prossimi impegni del Senato della Repubblica su temi importanti per il Paese quali ad esempio la legge elettorale e la legge di bilancio. Per questo Grasso e Orlando hanno quindi convenuto, stante le condizioni attuali, sulla impossibilità di proseguire l’ipotesi di candidatura proposta dal Pd”.