Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a carico di 24 persone, tra amministratori e burocrati del Comune di Palermo, compreso il sindaco Leoluca Orlando, sono trapelate le trascrizioni di alcune intercettazioni allegate all’inchiesta di soggetti coinvolti nei vari atti di amministrazione. Ad esempio, il ragioniere generale, Bohuslav Basile, si sfoga nell’agosto 2019 con il collega di Villabate, Ignazio Tabone: “Mi mancano un sacco di soldi, entrate gonfiate dei tributi, mi…a mi viene da piangere”. Già il mese precedente Basile è stato intercettato, e i toni sono stati gli stessi: “Ignazio, siamo falliti, siamo falliti; non voglio rimanere schiacciato, io non lo so gestire il dissesto”. La Procura indaga sull’ipotesi che i bilanci comunali di svariati anni siano frutto di entrate “gonfiate” per sopperire agli ammanchi e ad una riscossione dei tributi in città da parte del Comune assente. E poi una non operatività per quanto concerne le pratiche effettivamente lavorate. La dirigente Maria Mandalà, intercettata ma non indagata, sostiene di aver ereditato nel 2019 da Leonardo Brucato, che invece è indagato, oltre 10 mila pratiche non assegnate.