Già lo scorso 20 maggio, il Videogiornale di Teleacras, condividendo peraltro una sollecitazione del direttore dell’Irsap di Agrigento, l’ingegnere Salvatore Callari, ha sollevato il problema delle maxi discariche incombenti nella zona industriale agrigentina, e in particolare nei territori di Aragona e Favara, e soprattutto in piazza del Lavoro e poi a ridosso della sede dell’impresa Catanzaro. Favara e Aragona sono Comuni dove si pratica la raccolta differenziata. E i cassonetti sono stati rimossi, anche nei territori di competenza nella zona industriale, dove si pratica la raccolta differenziata porta a porta. Tuttavia, montagne di rifiuti di ogni genere sono quotidianamente scaricate laddove fino a pochi mesi addietro vi sono stati i cassonetti. Ebbene, il 9 giugno scorso lo stesso problema è stato rilanciato dall’amministratore dell’impresa Iseda, Giancarlo Alongi, che è stato ancora più esplicito: “I rifiuti dei Comuni fuori Agrigento, dove si pratica la raccolta differenziata, sono scaricati ad Agrigento, dove ancora vi sono i cassonetti. E la quantità di rifiuti ad Agrigento è aumentata di 8 tonnellate al giorno, a danno di costi e tariffe di smaltimento”. E Alongi ha citato e documentato in foto i casi nelle zone di Monserrato e della casa natale di Pirandello, al Quadrivio Spinasanta, a San Michele e nella zona appena fuori il quartiere di Fontanelle. Ancora ebbene, adesso è il delegato di SincIndustria per Agrigento, Antonio Siracusa, a rilanciare l’emergenza delle discariche dilaganti nella zona industriale. Antonio Siracusa annuncia che l’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento ha scritto ai Comuni di Agrigento, Aragona e Favara, e ha confermato quanto denunciato da SicIndustria: la condizione igienico-sanitaria all’interno dell’area industriale, soprattutto nel territorio di Favara, versa in un tale stato di degrado da “determinare rischi per la salute pubblica”. E l’Azienda sanitaria ha imposto ai Comuni di Agrigento, Favara e Aragona, ciascuno per quanto di competenza, di rimediare al più presto. E Antonio Siracusa aggiunge: “Da tempo sollecitiamo un’attività di monitoraggio con forze di polizia per individuare i trasgressori e sanzionare gli autori delle violazioni. L’Azienda sanitaria ha certificato ciò che noi denunciamo da mesi, ossia che questo stato di degrado porta con sé un serio rischio per la salute pubblica. Il nostro obiettivo è quello di sostenere le imprese che continuano a resistere nonostante le difficoltà, e che vogliono operare in un contesto di normalità e di rispetto delle regole. Ad oggi questo non è garantito. Anzi. Le imprese che producono nell’area industriale ricevono un danno incalcolabile non solo dal punto di vista sanitario ma anche dell’immagine, posto che i loro clienti nazionali ed internazionali sono costretti a uno spettacolo a dir poco indecoroso. Salvaguardare l’igiene e la salute pubblica significa garantire l’occupazione e l’immagine del territorio verso i visitatori. Ed è per questo che continuiamo a chiedere un vigoroso e duraturo intervento che miri alla soluzione definitiva del problema”.