La sparatoria mortale alla concessionaria Zambuto al Villaggio Mosè ad Agrigento: il Tribunale ammette al giudizio abbreviato due imputati. Un altro in ordinario.
Lo scorso 19 novembre la Procura di Agrigento ha depositato istanza di rinvio a giudizio a carico dei tre imputati di Palma di Montechiaro a seguito della sparatoria nel pomeriggio di venerdì 23 febbraio del 2024 ad Agrigento al Villaggio Mosè nel parcheggio antistante l’auto-concessionaria di Lillo Zambuto, “LZ AutoXpassione”. Il pubblico ministero, Gaspare Bentivegna, contesta ad Angelo Di Falco, 40 anni, fratello della vittima Roberto, 38 anni, Domenico Avanzato, 37 anni, e Calogero Zarbo, 41 anni, l’omicidio per errore. Roberto Di Falco è stato ucciso dalla stessa pistola da lui impugnata per verosimilmente sparare e uccidere Zambuto che, reagendo d’istinto ha deviato la canna, e l’esplosione ha colpito Roberto Di Falco. Angelo Di Falco avrebbe quindi raccolto la pistola e avrebbe tentato di sparare contro uno dei due figli di Zambuto, ma l’arma si è inceppata. Ecco perché si contestano anche le ipotesi di reato del tentato omicidio di Zambuto e il porto abusivo d’arma da fuoco, una pistola semiautomatica calibro 9 con matricola abrasa ritrovata su indicazione di Calogero Zarbo, al quale, accogliendo le istanze del suo difensore, l’avvocato Antonio Impellizzeri, sono stati concessi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Lo stesso Zarbo è stato ammesso al giudizio abbreviato, e così, adesso, anche Domenico Avanzato. Invece, il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, ha rinviato a giudizio ordinario Angelo Di Falco. Sono sette le persone offese, ovvero tutti i familiari della vittima compreso il fratello Angelo. Il figlio del titolare della concessionaria si è costituito parte civile. La vittima, Roberto Di Falco, e il fratello Angelo, entrambi commercianti di automobili, e i loro due amici, Avanzato e Zarbo, sono giunti alla concessionaria di Zambuto forse perché animati dal vendicarsi del non essere stati pagati per una compravendita di automobili. I quattro avrebbero aggredito Zambuto, e si è scatenata la colluttazione che poi ha partorito il colpo di pistola mortale.