Il Tar ha respinto i quattro ricorsi per sospendere le elezioni Provinciali di secondo grado. Al voto domenica 27 aprile per eleggere consiglieri e presidenti.
Il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ha rigettato per difetto di giurisdizione i quattro ricorsi finalizzati a sospendere le elezioni Provinciali indirette di secondo livello in calendario domenica 27 aprile, sollevando alcune eccezioni di incostituzionalità. Saranno quindi consiglieri comunali e sindaci a votare per eleggere i consiglieri provinciali in tutte e nove le Province, e i presidenti tranne nelle Province delle tre città metropolitane, ovvero Palermo, Catania e Messina, dove il presidente non sarà eletto perché è una carica che spetta secondo legge al sindaco di Palermo, Catania e Messina. I ricorsi bocciati sono stati presentati da Filippo Drago, ex sindaco di Aci Castello, dal presidente del Consiglio comunale di Ispica, Giambattista Genovese, dal consigliere comunale di Maletto, Maria Foti, e dall’ex consigliere del Comune di Randazzo, sciolto per mafia, Francesco Sgroi. Tutti si sono rivolti allo stesso avvocato, Agatino Cariola, docente ordinario di Diritto costituzionale all’Università di Catania. Alcuni sostengono che tali ricorsi siano stati strumentali per ottenere l’ennesimo rinvio delle elezioni Provinciali in attesa dell’approvazione della riforma complessiva degli Enti locali l’anno prossimo in Parlamento a Roma. Di ciò è convinto il deputato regionale del Partito Democratico, Nello Dipasquale, che si è opposto alla sospensione, e adesso commenta: “Siamo riusciti a sventare il tentativo del centrodestra di far saltare le elezioni di secondo livello. Puntavano a prolungare ancora il commissariamento degli Enti per potere perpetuare il loro controllo, ma questa volta gli è andata male. Le ex Province andranno al voto e, seppur non in maniera diretta, saranno i cittadini, attraverso i sindaci e i consiglieri comunali, a decidere chi dovrà amministrare gli Enti”.