La Regione Siciliana contesta i dati diffusi dalla Corte dei Conti sull’allestimento delle terapie intensive e sul potenziamento delle aree di emergenza. La replica.
La Corte dei Conti ha appena bocciato e bacchettato la Regione Siciliana sulla gestione delle risorse del settore sanitario destinate, durante l’emergenza covid, al potenziamento dell’area delle terapie e dell’emergenza, e alla riduzione delle liste d’attesa. Secondo i giudici contabili, su 720 posti letto di terapia intensiva previsti in Sicilia ne sono stati allestiti solo 109 collaudati e in uso. E a fronte di 350 posti letto di terapia semi o sub-intensiva programmati, ne sono stati approntati 116, di cui solo 78 collaudati e in uso. E sui 24 interventi programmati di adeguamento delle aree di pronto soccorso, solo 8 sono stati eseguiti, di cui solo 6 collaudati e in uso. E la Corte dei Conti scrive di conseguenza: “E’ quindi confermata la criticità, evidenziata in sede di istruttoria, in merito all’effettivo e insanabile disallineamento tra i dati regionali siciliani di programmazione e gli standard minimi richiesti a livello nazionale”. La Regione non condivide, e replica: “L’assessorato regionale della Salute rileva che i lavori per l’attivazione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva risultano eseguiti o in corso di esecuzione in tutte le aziende sanitarie e ospedaliere, fatta eccezione per il Garibaldi di Catania, il Sant’Antonio Abate di Trapani, il Borsellino di Marsala e il Fogliani di Milazzo, che rappresentano circa il 20% di quelli programmati. Va precisato che i posti letto da realizzare in Sicilia sono: 571 (e non 720), di cui 253 di terapia intensiva e 318 di sub intensiva, così come stabilito dal decreto 614 del 2020, registrato alla Corte dei Conti e confermato nell’agosto 2024”.