Il presunto omicida del tunisino a Ribera ha ammesso che l’automobile killer è sua ma ha precisato: “Alla guida non ero io”.
L’agricoltore di Ribera Ciro Ruvolo, 51 anni, ha ammesso che è sua l’automobile Fiat Panda bianca, ritratta nei video delle telecamere di sorveglianza, da cui sono stati esplosi i colpi d’arma da fuoco che la sera di lunedì 10 febbraio hanno ucciso a Ribera il tunisino di 31 anni, Mahjoub Aymen, innanzi ad un bar in via Buoni Amici, a ridosso del Municipio. Dagli stessi video però il conducente dell’auto non è inquadrato nitidamente, e non è identificabile con certezza anche se indosserebbe una felpa che gli indaganti ritengono che sia di Ruvolo. Ciro Ruvolo ha precisato: “Sì, l’automobile è mia, ma alla guida non sono io. Io mi trovavo da un’altra parte della città”. Poi si è avvalso della facoltà di non rispondere, trincerandosi nel silenzio e non aggiungendo altri dettagli sollecitati dai magistrati che lo hanno interrogato in carcere, dove è detenuto da sabato scorso, in occasione dell’udienza di convalida dell’arresto perché ritenuto responsabile dell’omicidio dell’africano. Su entrambi, vittima e presunto assassino, sono emersi precedenti giudiziari legati alla droga. E pochi giorni dopo il delitto, sui muri dell’abitazione di Ruvolo sono apparse frasi ingiuriose scritte contro di lui in arabo e in italiano. All’interrogatorio hanno partecipato il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, il sostituto procuratore della Repubblica, Alberto Gaiatto, e i difensori di Ruvolo, gli avvocati Antonio Palmieri e Aldo Rossi. Cucinella ha confermato la custodia cautelare in carcere. Prossima tappa il Tribunale del Riesame.