La Corte d’Appello di Palermo ha sentenziato otto condanne e sei assoluzioni nell’ambito dell’inchiesta antimafia “New Connection”. I dettagli.
Al processo di secondo grado, la Corte d’Appello di Palermo ha sentenziato otto condanne e sei assoluzioni nell’ambito dell’inchiesta antimafia “New Connection”, a carico degli ex “scappati” rientrati in Sicilia. All’epoca dei primi anni ’80, a fronte della marcia irresistibile e sanguinaria dei corleonesi di Riina e Provenzano alla conquista di Palermo e del comando di Cosa Nostra, tanti palermitani, ancora sfuggiti agli agguati mortali, fuggirono ovunque, soprattutto negli Stati Uniti. Ad esempio Buscetta, Badalamenti, e gli Inzerillo, odiati da Riina tanto che ordinò: “Di questi Inzerillo non deve restare neanche il seme”. Ebbene, il 17 luglio del 2019, a Palermo, 200 poliziotti della Squadra Mobile, in collaborazione investigativa con i colleghi dell’Fbi americana, arrestarono numerosi presunti affiliati o contigui al mandamento mafioso di Passo di Rigano e alla famiglia di Torretta, nella maggior parte “ex scappati”, tra le famiglie Inzerillo, Spatola e Buscemi, rientrati in Sicilia, e che sarebbero stati intenzionati a ricostituire la “mafia palermitana” dopo la morte di Riina, il 17 novembre del 2017. Ecco perché il blitz è stato intitolato “New Connection”. Ebbene i sei assolti sono:
Calogero Badalamenti,
l’ex sindaco di Torretta, Salvatore Gambino, imputato di associazione mafiosa e voto di scambio,
Filippo Gambino,
Calogero Zito,
Natale Puglisi nato nel ’59
e il cugino omonimo, nato nel ’66.
I condannati sono:
Calogero Caruso, 13 anni e 4 mesi di reclusione,
Giovanni Angelo Mannino, 13 anni,
Lorenzo Di Maggio, 2 anni,
Raffaele Di Maggio, 8 anni e 8 mesi,
Francesco Puglisi, 7 mesi e 3 giorni,
Simone Zito, 6 anni e 10 mesi,
Ignazio Mannino, 6 anni e 8 mesi,
Paolo Vassallo, 1 anno.