Tra i nuovi Direttori generali della Regione Siciliana uno è sotto processo: Ricciardo ha rinunciato subito all’incarico. Schifani: “Atto responsabile da apprezzare”.
Prima che esplodesse, rischiando di essere strumentalizzata dalle opposizioni, la mina è stata disinnescata. Infatti, nell’elenco dei 17 nuovi dirigenti generali, i superburocrati della Regione Siciliana appena designati dal governo Schifani, uno è sotto processo per una ipotesi di reato risalente al 2019. Si tratta dell’architetto Carmelo Ricciardo, direttore generale all’Istruzione in quota Lega, che ha rinunciato. E ha scritto: “Ringrazio per la fiducia l’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, ma le condizioni contingenti non mi consentono di svolgere la funzione di dirigente generale per opportunità. Non accetto di essere al centro delle polemiche, a causa della mia nomina, che danneggiano l’azione del governo Schifani impegnato su grandi cose per la Sicilia. La mia considerazione verso l’Amministrazione regionale, che servo da tanti anni, e la fiducia che ho sempre avuto nella magistratura, mi fanno fare un passo di lato. Intendo difendermi fino in fondo, precisando però che su sette capi di imputazione cinque sono stati già archiviati”. Non è stato un atto traumatico ma del tutto pacifico, quasi spontaneo da parte di Ricciardo, senza alcuna opera di convincimento o, peggio, di pressione. Infatti Schifani ha accolto la rinuncia all’incarico di Ricciardo commentando così: “Prendo atto con rispetto della decisione di Carmelo Ricciardo di rinunciare all’incarico di dirigente generale del dipartimento dell’Istruzione. E’ una scelta che dimostra senso di responsabilità e attenzione verso l’azione del governo regionale, impegnato a lavorare con determinazione per il bene della Sicilia. A Ricciardo va il mio apprezzamento per il servizio reso all’amministrazione regionale in tanti anni di lavoro e che continuerà a rendere nel suo ruolo di dirigente regionale. Ribadisco ancora una volta la mia fiducia nella magistratura affinché presto possa fare piena chiarezza.”