Investì e uccise il candidato consuocero e tentò di investire la promessa sposa di suo figlio: canicattinese condannato per omicidio preterintenzionale.
Lo scorso 30 gennaio la Procura Generale di Palermo ha invocato alla Corte d’Assise d’Appello la conferma della condanna emessa l’11 giugno scorso dalla Corte d’Assise di Agrigento, presieduta da Alfonso Malato, che ha inflitto 14 anni e 6 mesi di carcere a Luigi Lalomia, 79 anni, di Canicattì, tabaccaio in pensione. Adesso la Corte di secondo grado, presieduta da Angelo Pellino, gli ha inflitto 9 anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale del meccanico Mario Vincenzo Lauricella, morto a 60 anni di età il 16 luglio del 2021 all’ospedale “Papardo” di Messina, dopo essere stato ricoverato in gravissime condizioni il precedente 30 maggio a seguito di un’aggressione e un investimento da parte di Luigi Lalomia, alla guida di un Fiat Doblò. Lui, l’imputato, sarebbe stato contrario al matrimonio di suo figlio con la figlia del meccanico. Al pensionato è stato contestato anche il tentato omicidio della futura nuora, perché probabilmente sarebbe stata investita anche lei se il padre, ovvero il meccanico, non l’avesse spintonata fuori dalla traiettoria del mezzo. Come i giudici che hanno sentenziato in primo grado, anche i colleghi d’Appello hanno condiviso le tesi del difensore di Lalomia, l’avvocato Calogero Meli, ossia che non si sia trattato di un omicidio volontario, premeditato, ma preterintenzionale: l’intenzione di Lalomia non sarebbe stata uccidere. La morte di Mario Vincenzo Lauricella sarebbe stata una conseguenza non voluta. E il reato di tentato omicidio contro la figlia di Lauricella è stato riqualificato in lesioni personali. Escluse, inoltre, le aggravanti dei futili motivi.