La Cassazione ha rigettato il ricorso del boss palermitano di Brancaccio, Andrea Adamo, e ha confermato la detenzione al 41 bis a suo carico, così come già in precedenza disposto dal Tribunale di Sorveglianza. Adamo, ergastolano, reggente del mandamento, fu arrestato nel 2007 insieme ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo in una villetta a Giardinello. La difesa ha eccepito la lunga detenzione senza sopravvenienze giudiziarie di alcun tipo. E che la proroga del carcere duro sarebbe identica alle precedenti proroghe. Inoltre il detenuto non ha mai tentato di riallacciare contatti con l’associazione criminale di provenienza. La prima sezione della Cassazione, presieduta da Giacomo Rocchi, ha invece opposto: “Adamo è un ergastolano condannato per essere stato un esponente di vertice di Cosa nostra con ruolo apicale, è rimasto a lungo latitante con Salvatore Lo Piccolo ed è ancora attuale l’operatività del clan di appartenenza. Il detenuto, per mafia e omicidi, non ha mai mostrato alcuna resipiscenza, anzi, si dà conto delle moltissime sanzioni disciplinari di cui l’ultima l’anno scorso”.