Il Tribunale di Sorveglianza di Palermo ha riabilitato l’anziano ex boss di Villabate, Nino Mandalà, un tempo legato a Provenzano. Le motivazioni del provvedimento.
Il Tribunale di Sorveglianza di Palermo ha accolto il suo ricorso. Nino Mandalà, 86 anni a marzo, già condannato a 8 anni di carcere perché riconosciuto come il capomafia di Villabate, in provincia di Palermo, è stato riabilitato. E’ un cittadino come gli altri, con tutti i diritti conseguenti. Il Tribunale di Sorveglianza, presieduto da Luisa Leone, motiva la riabilitazione e scrive: “Mandalà aveva iniziato da tempo a svolgere attività di volontariato presso un ente onlus, manifestando in tal modo la sua volontà di reinserimento e che attraverso i suoi scritti (articoli e romanzi) aveva preso le distanze dal suo passato deviante, esprimendo sentimenti di condanna e di disistima verso le logiche mafiose. Occorre concludere che le manifestazioni rese in udienza da Mandalà, e le di lui allegazioni, evidenziano inequivocabilmente una ricostruibile definitiva cesura tra la sua attuale vita ed i suoi gravissimi trascorsi criminali”. Nino Mandalà, un tempo legato a Bernardo Provenzano, ha un figlio ristretto all’ergastolo, Nicola Mandalà, 57 anni a marzo, colui che, tra l’altro, dal 2001 al 2005 si è occupato personalmente della latitanza di Provenzano, accompagnandolo finanche in Francia, a Marsiglia, per essere operato alla prostata sotto falso nome. Nino Mandalà è laureato in Giurisprudenza, è stato uno dei fondatori di Forza Italia in Sicilia, in un suo blog ha scritto del carcere e delle condizioni di detenzione, del recupero anche di esponenti mafiosi e della riabilitazione. Nel 2015 ha pubblicato il suo primo romanzo, “La vita di un uomo”. Poi nel 2019 ancora in libreria con “Lettere a Laura dal mondo dei nessuno”, un epistolario tra lui e Laura Efrikian, attrice e annunciatrice, ex moglie di Gianni Morandi, conosciuta durante la presentazione del precedente romanzo. Nel 2024 il sul ultimo libro, “Marika, anime antiche e il loro destino”, una storia di amori, passioni, dolori, che racconta i profili di uomini che, si suppone, Mandalà abbia incontrato nelle carceri dove è stato recluso.