Dai diari sequestrati a Matteo Messina Denaro emergono altri messaggi e riflessioni per la figlia Lorenza durante la latitanza. Alcuni particolari.
Dai due diari di Matteo Messina Denaro destinati, quasi come volontà testamentaria, alla figlia Lorenza, mai conosciuta per 27 anni fino all’arresto e alla degenza in ospedale prima della morte, emergono altri messaggi a lei rivolti. Ad esempio, accanto alle sue foto scattate il 20 maggio del 2006 all’Arena di Verona, Messina Denaro, alludendo ad acquisti a Verona, scrive alla figlia:
“Ti ricordi quando ti mandai dei vestiti, costumi da bagno, c’era un paio di pantaloni bianchi con una maglia a righe orizzontali blu e bianche, stile marinaretto. C’erano i pattini a rotelle, c’erano anche dei foulard Bulgari non per te. Tutte quelle cose le ho comprate io personalmente il giorno che feci quelle foto in quella medesima città… tu avevi quasi 10 anni ed eri il mio mito allora, e credimi io non avevo mai avuto miti e non ne ho tuttora”.
Poi Messina Denaro si riferisce a sua moglie, alla madre di Lorenza, Franca Alagna. E scrive:
“La ringrazio per essere stata la donna che ha dato un senso alla mia vita. Il cuore appartiene per sempre a Franca”.
Poi ancora alla figlia Lorenza:
“Tu hai dato alla mia vita un significato che non avevo il diritto di pretendere”.
Poi Messina Denaro la bistratta, probabilmente dopo che si allontana con la madre dalla casa paterna. E il 10 aprile del 2013 le scrive:
“In te ho conosciuto la totale assenza di moralità. Con quanta forza ho cercato di preservarti dal male. Perché nel tuo sangue, il nostro sangue, c’è qualcosa di coraggioso e temerario. E non si è mai scritto che qualcuno nella nostra stirpe sia stato un codardo di fronte agli ostacoli o alla morte. Se ti avessi dato il tuo vero cognome avrebbero potuto arrestare tua madre non essendo sposati. L’avrebbero potuta accusare di favoreggiamento nei miei confronti, ho preferito sacrificare il mio ego e proteggere tua madre. E non sono pentito di ciò. Potresti anche estirpare dalla memoria ogni traccia di tuo padre ma non potresti eliminare i geni che ti ha trasmesso e che porti in te. Senza quei geni non potresti esistere. Se volessi cancellarli dovresti eliminare te stessa”.
Poi l’8 maggio del 2014 Matteo Messina Denaro rimprovera aspramente la figlia, perché ha dormito fuori a casa di amici. Per lui è imperdonabile. E le scrive:
“Hai detto a una tua amica di essere fidanzata. A 15 anni non significa essere una poco di buono. Sono d’accordo con te su ciò. Ma se a 15 anni si va a pernottare a casa del fidanzato, e viceversa, sei una poco di buono. E’ sbagliato ciò. E tu lo sapevi, visto che tutte le tue amiche 15enni non pernottano a casa dei fidanzati, e viceversa. Solo tu. Ma loro avevano i padri. E infatti tu hai potuto agire così soltanto per la mia assenza. Se hai il mio stesso senso di appartenenza, vedrai che anche tu mai permetterai ai tuoi figli 15enni di dormire a casa dei fidanzati, e viceversa. Sei scusabile per i tuoi 15 anni. A quell’età si è egoisti, lo so. Ma non è scusabile chi ti ha permesso ciò. E’ gentaccia, così come è gentaccia della stessa risma chi ti ha ospitato di notte a casa propria, a 15 anni. Ho il cuore pesante, ma sono convinto della bontà delle mie idee, della mia educazione e dei miei comportamenti verso di te”.