Depositata la relazione dei periti della Procura nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Casteldaccia. Confermati i sospetti degli inquirenti: “Gli operai, se protetti, si sarebbero salvati”.
E’ stata depositata la relazione dei periti nominati dalla Procura di Termini Imerese nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta “Strage di Casteldaccia”, ovvero la morte il 6 maggio scorso di cinque operai intenti a lavorare sulla rete fognaria di Casteldaccia e vittime, molto probabilmente, dell’inalazione del gas prodotto dalla fermentazione dei liquami. Negli esiti della perizia tra l’altro si legge: “Nessun dipendente di Amap Spa (l’Azienda municipalizzata acquedotti Palermo), Quadrifoglio Group di Partinico e Tek Infrastrutture di San Cipirello, aveva in dotazione i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie. E nessuno degli operatori di Amap e Quadrifoglio, tranne forse uno, aveva avuto una specifica formazione e addestramento all’uso delle misure di sicurezza. Nessuno degli operatori in possesso di rilevatori multigas era presente il 6 maggio presso l’impianto di sollevamento fognario. Non risulta inoltre che le società Tek Infrastrutture e Quadrifoglio Group dispongano di rilevatori multigas e di attrezzatura specifica per l’attività di lavoro in ambienti sospetti di inquinamento. A differenza di Amap che sulla carta ne era fornita. I liquami fognari presenti nella vasca dell’impianto e nell’intero condotto fognario presentavano valori di solfiti e solfuri decisamente superiori ai limiti previsti per scarichi in rete fognaria”. Indagati per omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime sono Nicolò Di Salvo, titolare della Quadrifoglio Group, Gaetano Rotolo, direttore dei lavori e responsabile della sicurezza dell’Amap, e Giovanni Anselmo, amministratore unico della Tek Infrastrutture.