Il Tribunale di Palermo ha condannato, da 4 fino a 7 anni di carcere, i sei imputati del presunto stupro di gruppo al Foro Italico nell’estate del 2023. I dettagli.
Anche il Tribunale come la Procura della Repubblica di Palermo li ritiene colpevoli del reato che gli è contestato: il presunto stupro di gruppo a danno di Asia, 20 anni, al Foro Italico, a Palermo, il 7 luglio del 2023. Lo scorso 27 settembre i pubblici ministeri, a termine della requisitoria, hanno invocato sei condanne a carico di altrettanti imputati di violenza sessuale aggravata. Nel dettaglio: 12 anni di carcere ciascuno per Angelo Flores, ex fidanzato di Asia e che sarebbe colui che ha videoregistrato quanto accaduto, poi Christian Barone, Gabriele Di Trapani, Christian Maronia ed Elio Arnao. E 10 anni e 8 mesi per Samuele La Grassa. Un settimo imputato, ancora minorenne 17enne il 7 luglio del ’23, Riccardo Parrinello, è stato già condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione a conclusione del giudizio abbreviato. Adesso la sezione penale del Tribunale di Palermo presieduta da Roberto Murgia ha emesso sentenza, applicando lo sconto di pena di un terzo frutto del giudizio abbreviato: Angelo Flores 7 anni, Gabriele Di Trapani 7 anni, Christian Maronia 7 anni, Elio Arnao 7 anni, Christian Barone 6 anni e 4 mesi, e Samuele La Grassa 4 anni perchè non ha stuprato ma si è limitato a masturbarsi: un’attenuante. Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri, dal racconto di Asia, dai video dello stupro registrati e diffusi dal branco, la ragazza, in un locale della “Vucciria”, nel centro storico, sarebbe stata indotta a bere Sambuca fino ad ubriacarsi, poi condotta in un cantiere abbandonato e isolato, e violentata per ore. Asia li ha denunciati. I primi tre indagati sono stati arrestati il 3 agosto del ’23. Poi il 18 agosto gli altri quattro. A loro carico vi sono anche delle frasi registrate del tipo: Amunì ficchiamocela”, “Amunì che ti piace”, “Che ha preso un palo di petto?”. Dopo lo stupro, Angelo Flores ha scritto ad un amico: “Lei era tutta ubriaca… na scricchiamo tutti”. Quando i primi tre sono stati condotti in caserma, i Carabinieri hanno acceso le microspie in sala d’attesa, e hanno registrato altre frasi: “La struppiò… lei non voleva, faceva ‘no, basta’… i pugni che le davano e pure gli schiaffi, non respirava e quello cercava di metterglielo nel cu…”. Poi hanno temuto l’arresto, altre frasi: “Spuntare nel telegiornale”, “Meglio scappare in Messico o in Thailandia”. Ad Asia, assistita dall’avvocato Carla Garofalo, è stata riconosciuta una provvisionale di 40.000 euro. I danni complessivi saranno quantificati in sede civile.