A Favara sono apparsi alcuni manifesti murali raffiguranti Totò Cuffaro e il sindaco Antonio Palumbo: il primo nelle vesti di don Camillo e il secondo di Peppone. In proposito Palumbo così ha commentato sulla sua pagina Facebook: “Guardando i fotomontaggi che sono apparsi questa mattina in città direi che tra il vestito da prete e quello da Peppone non posso che preferire il secondo, non fosse altro per una questione di origine politica.
In campagna elettorale i manifesti contro di me erano anonimi. Questi invece pare avrebbero autori molto ben individuabili, e del resto non c’era dubbio che fosse così: ognuno parla con il linguaggio che gli è proprio. C’è chi può permettersi di parlare con i fatti e a volto aperto e chi ha bisogno di queste cose.
Quindi, secondo la loro visione, se i consiglieri Dc in Consiglio comunale non assecondano il progetto di demolizione della mia persona condotto anche a scapito della città con ogni mezzo a disposizione, lo fanno per colpa di un “inciucio”, che però non esiste.
Prendiamo atto che è questo il rispetto che hanno alcuni consiglieri per le persone e per la politica, ma anche per la loro stessa area dí centrodestra, visto che a essere sbeffeggiato non sono solo io, ma anche il segretario della Dc Cuffaro, che era loro alleato alle elezioni. Chissà se la segreteria cittadina del partito esprimerà solidarietà al proprio leader.
Speriamo che l’impegno profuso in questa bravata non abbia tolto troppe energie agli autori dell’opera d’arte, visto che il bilancio 2024, che ci permetterà di stabilizzare il personale precario, andrà portato in aula con urgenza.
Torno a invitare i consiglieri che fingono di essere “duri e puri” a sfiduciarmi, se non hanno paura di perdere qualche prezioso gettone, e di tornare al voto.
La città, sono sicuro, li premierà per il loro straordinario apporto di questi anni.
No?”.