“Mi sento depresso, ho dei debiti, ho fatto una cavolata”: così ha risposto e ripetuto Giovanni Salamone, 61 anni, l’imprenditore agricolo di Agrigento reo confesso dell’omicidio della moglie, Patrizia Russo, 53 anni, anche lei di Agrigento, uccisa all’alba di mercoledì scorso nella loro camera da letto a Solaro, in provincia di Alessandria. Verosimilmente tale stato di depressione, e di disperazione conseguente a quanto accaduto, ha indotto l’uomo a tentare il suicidio nel carcere “Cantiello e Gaeta” di Alessandria. Ha approfittato dell’assenza del compagno di cella, in doccia, e si è legato al collo un cappio rudimentale ricavato con delle lenzuola. Gli agenti della Polizia penitenziaria lo hanno bloccato in tempo. Il dirigente del sindacato di categoria Osapp, Leo Beneduci, sottolinea: “E’ stato un intervento encomiabile. Nonostante la penuria di strumenti e organici, donne e uomini del corpo continuano a fare fino in fondo il proprio dovere con la massima professionalità”.