Scontro politico sui poteri commissariali e speciali per i rifiuti e i termovalorizzatori assegnati dal governo nazionale al presidente della Regione, Schifani. Gli interventi incrociati.
Dardi e saette sulla nomina di Renato Schifani a commissario straordinario per i rifiuti in Sicilia e ai poteri speciali a lui assegnati dal governo nazionale per installare i termovalorizzatori nell’isola. Ad innescare la miccia, rivelatasi esplosiva, è stato l’ex sottosegretario e attuale capogruppo di Italia Viva alla Camera, il palermitano Davide Faraone, che ha tuonato: “Nominare un commissario per realizzare gli impianti per il trattamento dei rifiuti in Sicilia è cosa buona e giusta. Nominare commissario il Presidente della Regione Schifani, colui che invece doveva essere commissariato per incapacità manifesta, è quanto di più deleterio il governo nazionale potesse fare”. Dopo i tuoni la pioggia, la raffica di repliche. Ne sintetizziamo solo alcune.
Schifani: “Ma i deputati nazionali dell’opposizione, che oggi contestano la concessione dei poteri commissariali al presidente della Regione Siciliana, dov’erano quando le identiche prerogative per la costruzione dei termovalorizzatori furono attribuite al sindaco PD di Roma Gualtieri? La verità è che c’è un governo regionale pronto a risolvere definitivamente il problema dei rifiuti in Sicilia. Ed evidentemente questa prospettiva li terrorizza. Noi andremo avanti senza se e senza ma, nell’interesse dei siciliani”.
Marcello Caruso, coordinatore regionale di Forza Italia: “Trovo del tutto incomprensibile e fuori luogo l’attacco scomposto di Davide Faraone al presidente Schifani, proprio nel momento in cui il governo regionale, assumendosi pienamente le proprie responsabilità, sta finalmente affrontando e avviando a soluzione problemi che per decenni nessuno ha voluto o saputo gestire, a partire dall’annosa emergenza rifiuti in Sicilia. Mentre il presidente della Regione è impegnato a mettere in campo soluzioni concrete, chi oggi critica ha preferito per anni voltarsi dall’altra parte”.
Il segretario regionale del Partito Democratico e deputato nazionale, Anthony Barbagallo: “Il PD si mobiliterà e impugneremo, come gia fatto con il Piano rifiuti, ogni provvedimento che sarà adottato dal presidente Schifani utilizzando il ruolo di commissario, perché incostituzionale e contro l’ordinamento giuridico comunitario. Anziché pensare ai termovalorizzatori, che se va bene vedranno la luce tra almeno 6 anni, la Regione pensi a realizzare gli impianti di compostaggio, visto che ben 14 progetti giacciono negli uffici della Regione. Il rifiuto organico rappresenta il 40% della raccolta differenziata: più se ne raccoglie, meno avremo bisogno di discariche e di inceneritori che il centrodestra, in Sicilia, promette di realizzare da 20 anni. Come Partito Democratico pensiamo che il governo Schifani, e Musumeci prima di lui, debba passarsi la mano sulla coscienza per la situazione di totale disastro che ha determinato lo stato in cui versa la nostra regione”.
Il senatore del Movimento 5 Stelle, Pietro Lorefice: “L’emergenza in Sicilia, e non è un segreto ormai anche a livello internazionale, non è certo quella rifiuti, ma è quella idrica. Due milioni di siciliani aprono il rubinetto e non c’è acqua. Cosa devono fare i siciliani per avere il minimo sindacale per poter vivere? Chiedere il risarcimento danni a Schifani? Alla Meloni? Servono investimenti statali e strutturali, e 15 miliardi devono andare sì in Sicilia ma non per il Ponte sullo Stretto bensì per la conclamata emergenza idrica”.