Lo scorso 3 settembre la giunta comunale di Agrigento ha deliberato la costituzione del Comune come parte civile al processo preliminare a carico dell’ex comandante della polizia municipale nonchè capo di Gabinetto del sindaco di Agrigento, Gaetano Di Giovanni, 59 anni, arrestato l’11 aprile scorso dai Carabinieri per associazione a delinquere e corruzione. Subito dopo l’arresto, Di Giovanni è stato sospeso da funzioni e stipendio. Poi è stata depositata l’istanza di rinvio a giudizio. Nell’estate del 2021, Di Giovanni, quale dirigente del distretto socio-sanitario di Agrigento, avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti (per un importo totale complessivo di 204.051 euro) alla società Medea, e l’affidamento dei servizi socio-assistenziali nei Comuni di Santa Elisabetta e di Agrigento (per un importo complessivo di 89.355 euro) alla cooperativa Nido d’Argento, ricevendo dai rappresentanti della società, in almeno tre tranches, la somma complessiva di 7.500 euro. Ebbene adesso, alla vigilia della prima udienza preliminare in programma domani venerdì, il Comune di Agrigento ha rinunciato alla costituzione come parte civile accordandosi con la controparte per il pagamento del risarcimento, quantificato, quindi, in 7.500 euro, ovvero il prezzo della corruzione. E poi altri 3.700 euro per le spese legali. La giunta Miccichè devolverà tali soldi al finanziamento di un progetto di sostegno ai malati oncologici necessitanti di cure oltre la provincia di Agrigento.