Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo, Antonella Consiglio, accogliendo le istanze dei pubblici ministeri, Sergio Demontis e Claudio Camilleri, ha disposto il giudizio immediato a carico di tre imputati arrestati lo scorso 9 luglio dai poliziotti della Squadra Mobile di Agrigento e del Commissariato di Canicattì per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si tratta di Antonio Maira, 74 anni, già condannato con sentenza definitiva per appartenenza alla “Stidda”, suo nipote Antonio La Marca, 34 anni, e Giovanni Turco, 24 anni, tutti di Canicattì. Le indagini sono state avviate nell’aprile del 2023 a seguito di un incendio a danno della saracinesca di un magazzino a Canicattì. I tre arrestati avrebbero così costretto la vittima dell’estorsione, ovvero la proprietaria del magazzino, a non affittarlo ad un soggetto intenzionato ad avviarvi un’officina, in potenziale concorrenza con il nipote di Maira, già titolare di un’officina. Maira, La Marca e Turco si sarebbero recati a casa della donna e l’avrebbero minacciata. Maira, vantando la sua appartenenza all’associazione mafiosa, peraltro nota alla donna, si sarebbe rivolto così a lei: “In questa zona comando io. Chi gli toglie il pane a mio nipote io gli tolgo la vita… mi conosce a me? Sa chi sono io?”. E un altro dei tre le avrebbe intimato: “Se affitti ti spacco la faccia”.