Approvato in Commissione il disegno di legge di riforma degli Enti locali. Adesso l’esame in Assemblea. I dettagli sulle novità di rilievo.
All’Assemblea Regionale è stato approvato in Commissione Affari istituzionali il disegno di legge numero 105 di riforma degli Enti locali. Sì al terzo mandato per i sindaci dei Comuni tra 5 e 15mila abitanti, sì al secondo vice presidente del Consiglio comunale, no alla norma che avrebbe consentito di aumentare il numero degli assessori. Il testo, che contiene una quindicina di articoli, sarà adesso trasferito all’esame dell’Aula. Più nei dettagli, la Commissione presieduta da Ignazio Abbate ha cancellato la norma che ha sollevato non poche polemiche nelle scorse settimane, e che avrebbe previsto l’aumento delle poltrone di assessori nelle giunte comunali, seppur a costi invariati. Su sollecitazione del presidente della Regione, Schifani, è stato il centrodestra a proporre e votare l’emendamento soppressivo di tale norma, nonostante fosse stata proposta dalla stessa maggioranza. E poi la novità di maggior rilievo è la ricandidabilità dei sindaci per la terza volta nei Comuni tra 5 e 15mila abitanti. E dove si contano meno di 5mila abitanti è stato abbattuto il tetto alle candidabilità dei sindaci. Poi altra novità interessa le quote di genere: una soglia minima del 20% per ogni genere, femminile o maschile, è introdotta per le giunte dei Comuni con popolazione superiore ai 3mila residenti. E poi è stato istituito il “consigliere supplente”, ovvero il primo dei consiglieri non eletti che subentra al collega consigliere di lista che è nominato assessore, anche temporaneamente. E poi: il secondo vice presidente del Consiglio comunale sarà possibile eleggerlo nei Comuni con popolazione pari o superiore a 3mila abitanti. E svolgerà la funzione di vicepresidente vicario il consigliere eletto con più voti. E poi per le elezioni Comunali è introdotto per la prima volta il “tagliando antifrode” sulle schede elettorali, su cui si applica un tagliando (adesivo o staccabile con linea tratteggiata) con un codice progressivo alfanumerico. L’elettore vota e restituisce la scheda al Presidente del seggio. Il Presidente stacca il tagliando e controlla che il numero corrisponda a quello annotato sul registro elettorale. Dopo il controllo il Presidente inserisce la scheda nell’urna. La scheda votata non potrà quindi essere diversa da quella consegnata all’elettore. E poi sono riformate le regole sui revisori contabili, che attualmente sono scelti mediante estrazione a sorte tra i professionisti residenti in Sicilia, iscritti nel registro dei revisori legali nonché tra gli iscritti all’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili che abbiano presentato istanza di partecipazione alla procedura di scelta dell’organo di revisione bandita dall’Ente locale. Tale sistema garantisce l’indipendenza soggettiva dell’organo di revisione. La modifica che si intende introdurre riguarda la scelta del Presidente del collegio dei revisori che, nei Comuni con una popolazione superiore a 5mila abitanti, sarebbe eletto a maggioranza assoluta dal Consiglio comunale. In tal modo però si dubita sulla indipendenza soggettiva del Presidente.