L’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, eletto a giugno deputato europeo 5 Stelle, interviene a seguito della sentenza d’Appello sulla cosiddetta “Mafia dei pascoli”.
Come appena pubblicato, la Corte d’Assise d’Appello di Messina ha emesso la sentenza di secondo grado al maxi processo sulla cosiddetta “mafia dei pascoli” nei Nebrodi. L’inchiesta coinvolge i clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo che per decenni avrebbero organizzato truffe agricole all’Unione Europea e all’Agea drenando milioni di euro di fondi pubblici. Sono complessivamente 65 le condanne, frutto delle denunce e dell’impegno antimafia dell’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, eletto a giugno parlamentare europeo 5 Stelle, bersaglio di un agguato la notte tra il 17 e il 18 maggio del 2016 nel bosco di Miraglia tra Cesarò e San Fratello, dove furono esplosi colpi di fucile contro la sua auto blindata. Ed in riferimento a tale attentato, il Giudice nell’ordinanza dell’operazione “Nebrodi”, che ha generato il maxiprocesso, ha scritto: “Nel contesto che emerge nella presente indagine, di truffe milionarie e di furto mafioso del territorio, trova aspetti di significazione probatoria e chiavi di lettura quell’attentato ad Antoci, che si è posto in contrasto con interessi milionari della mafia”. E adesso lo stesso Antoci, emessa la sentenza d’Appello, commenta: “Abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni, ricca, potente e violenta, ed è per questo che quella notte dell’attentato volevano fermarmi. Volevano bloccare l’idea di una legge nazionale e dunque tutto quello che sta accadendo oggi. Le condanne in Appello e la tenuta dell’impianto accusatorio sono la conferma del buon lavoro svolto da Magistratura e Forze dell’Ordine. Mi hanno tolto tutto, libertà, serenità, mi hanno costretto ad una vita complicata costringendo la mia famiglia a vivere in una casa blindata e presidiata dall’Esercito. Due cose però non sono riusciti a togliermi: la vita e la dignità, e con dignità e onore porterò avanti il mio mandato in Parlamento Europeo difendendo e migliorando le norme antimafia per le quali valorosi servitori dello Stato hanno perso la vita”.