Proseguono le ricerche dei 21 dispersi a seguito del naufragio di una barca di migranti a largo di Lampedusa. Gli interventi del sindaco e del presidente della Croce rossa.
Proseguono a largo di Lampedusa, a circa 10 miglia a sud ovest dell’isola, le ricerche di 21 persone, tra cui 3 bambini, dopo il naufragio di una barca che si è ribaltata in acque territoriali italiane. I militari della Guardia costiera hanno tratto in salvo, aggrappati al relitto tra le onde del mare mosso, 7 siriani, che hanno raccontato di essere partiti in 28 dalla Libia domenica scorsa primo settembre. Il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, commenta l’ultima, ennesima, sciagura legata all’immigrazione clandestina lungo la rotta Mediterranea del Canale di Sicilia. Invoca i canali umanitari e afferma: “C’è stato un calo significativo di arrivi di migranti, ed è evidente che le politiche del Governo stanno funzionando. Ma è necessario che l’Europa si occupi di ciò di cui si parla da tanto tempo, ossia i canali umanitari, per far viaggiare e arrivare in sicurezza queste persone, altrimenti si continueranno ad avere morti nel Mediterraneo”. E Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana che gestisce il Centro d’accoglienza di Lampedusa, rilancia: “Siamo attoniti davanti all’ennesima tragedia consumata a largo di Lampedusa. Mentre le autorità competenti stanno cercando di fare chiarezza su quanto accaduto, i sette sopravvissuti stanno ricevendo tutta l’assistenza necessaria. L’umanità di volontari e operatori della Croce rossa sta dando conforto a quanti, dopo terribili momenti, sono giunti sulle nostre coste dopo essere stati recuperati in mare. Troppo spesso il viaggio di speranza che porta molte persone, donne, uomini, bambini, a compiere una traversata alla ricerca di una vita dignitosa, si interrompe tragicamente. Sono vite spezzate che ci riportano alla mente i rischi che in tanti sono disposti a correre pur di poter stringere tra le proprie mani la speranza di un domani migliore”. E a fronte di quanto accaduto interviene anche l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, che afferma: “Ciò che impressiona è lo stupore che – ogni volta che avviene un naufragio – ci colpisce, come se fosse il primo e, soprattutto, come se non sapessimo che purtroppo non sarà di certo l’ultimo.
Sappiamo che per quanto le politiche del governo stiano riducendo il numero degli arrivi, nessuna politica potrà mai riuscire a frenare del tutto i flussi migratori che coinvolgono oggi oltre 218 milioni di individui in tutto il mondo.
Occorre dunque un cambio di paradigma nell’affrontare la questione migratoria, favorendo canali di ingresso legali e il rilascio più agevole dei visti e soprattutto incrementando notevolmente gli investimenti nella cooperazione internazionale per favorire un reale e giusto sviluppo economico dei Paesi di partenza. Ci auguriamo che il Giubileo del 2025 possa essere il tempo propizio per ritornare a parlare della remissione del debito in favore di tanti Paesi del Sud del mondo, ancora oggi soggiacenti alle influenze dei Paesi creditori”.