I sindaci agrigentini sono i componenti dell’Aica, l’Azienda idrica dei Comuni agrigentini che sono, infatti, consorziati tra di loro nella gestione del servizio idrico. Ed è stata così restituita al pubblico la gestione del servizio, superando l’affidamento ai privati, in tal caso Girgenti Acque.
Tuttavia il Cartello Sociale, ovvero Diocesi, Cgil, Cisl e Uil, afferma: “I sindaci non possono essere lasciati soli davanti ad una situazione così complessa, come l’attuale emergenza idrica, che richiede un approccio coordinato tra i sindaci, le autorità regionali, e le istituzioni competenti, in primis la protezione civile. Le autorità regionali e nazionali potrebbero fornire assistenza tecnica e sostegno economico ai Comuni per la gestione e la riparazione delle reti idriche, il potenziamento dei sistemi di rilevamento delle perdite, la costruzione di nuovi serbatoi e acquedotti, la desalinizzazione, il riciclo delle acque reflue, il supporto legale e amministrativo per velocizzare le procedure di emergenza, le autorizzazioni necessarie e l’attuazione delle misure straordinarie. Così si riuscirebbe ad attenuare il problema”.