Il Cartello sociale di Agrigento, ovvero Diocesi, Cgil, Cisl e Uil, ritiene che, al netto delle misure palliative, la crisi idrica ad Agrigento debba e possa essere risolta solo riattivando il dissalatore a Porto Empedocle. Don Mario Sorce, Gero Acquisto, Alfonso Buscemi e Paolo Ottaviano, spiegano: “Il vertice convocato dal prefetto di Agrigento, alla presenza di sindaci e rappresentanti delle forze dell’ordine, per fare il punto della grave crisi idrica che sta attraversando il territorio provinciale, conferma la gravità della situazione in cui versa il nostro tempo. La trivellazione di nuovi pozzi e il potenziamento del servizio di fornitura idrica tramite autobotti, può contribuire a colmare il fabbisogno che si è aggravato, anche a seguito della riduzione del 30% della fornitura proveniente dagli impianti di proprietà di Siciliacque. Tuttavia occorre che il sindaco solleciti subito l’ intervento della Protezione Civile per ripristinare il dissalatore di Porto Empedocle cercando di cominciare a lavorare per puntare all’indipendenza idrica, che come hanno riconosciuto i vertici di Aica è un obiettivo purtroppo non raggiungibile nell’ immediato. Inoltre, il potenziamento del servizio di autobotti, che permette di ricorrere a sorgenti presenti nel sottosuolo ma non collegate con la rete di distribuzione e che ha tratto spunto dall’emergenza delle scorse settimane, può forse contribuire oggi ad alleviare i disagi della popolazione ma bisogna pensare alle prossime settimane quando, a fronte dell’ incremento degli arrivi dei turisti, aumenterà il fabbisogno idrico”.