I frammenti ossei ritrovati a Favara lo scorso 21 marzo non sono di Gessica Lattuca. Si rialimenta il giallo, costellato anche di scritti anonimi e nomi e cognomi sui muri.
A Favara lo scorso 21 marzo nel centro storico, nel quartiere “Giarritella”, in un appartamento al primo piano di una palazzina disabitata in via Luigi La Porta, nel corso di lavori di ristrutturazione, sono stati trovati frammenti di ossa. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della locale Tenenza e i colleghi del Nucleo operativo di Agrigento. L’immobile e i frammenti sono stati sequestrati. Sarebbe stato estrapolato il Dna.
Infatti, il 29 giugno del 2023 sono stati celebrati a Favara i funerali di Vincenzo, 42 anni, morto il 20 giugno precedente vittima di un malore, forse una overdose di eroina. Sui manifesti funebri affissi a Favara, tra il “ne danno il triste annuncio”, è stato scritto anche il nome della sorella Gessica. Lattuca è stato indagato del presunto omicidio e occultamento del cadavere della sorella. Secondo quanto ha ipotizzato la Procura di Agrigento, Gessica Lattuca sarebbe stata uccisa al culmine di una lite scaturita dallo stato di ubriachezza di lei. Nella casa del padre di Gessica, dove hanno vissuto sia lei che il fratello Vincenzo, sono state trovate delle tracce ematiche riconducibili a lei. Vincenzo Lattuca ha sempre respinto ogni addebito di responsabilità. Il 10 novembre del 2018 una telefonata anonima da una cabina telefonica di Agrigento avrebbe svelato il luogo in cui si sarebbe trovato il corpo senza vita di Gessica. Una donna al telefono avrebbe riferito che il cadavere sarebbe stato gettato in un pozzo in contrada Punta Bianca, al confine tra Favara, Naro, Palma di Montechiaro e Agrigento.
Il 25 ottobre e l’11 dicembre del 2018 furono scritti su dei muri con della vernice rossa spray i nomi e i cognomi di due persone indicate come gli assassini di Gessica. Il primo su un muro in contrada Crocca a Favara, e il secondo su di un muro che costeggia una strada nei pressi di Naro.