Alessandro Di Gangi, figlio del defunto Salvatore, smentisce il deputato Ismaele La Vardera nel merito di quanto riferito a seguito di un recente incontro a Ribera.
Il signor Alessandro Di Gangi, figlio del defunto Salvatore Di Gangi, coinvolto in diverse inchieste giudiziarie, tramite i propri legali, gli avvocati Luca Cianferoni e Antonio Papalia, smentisce categoricamente di avere adoperato toni o modalità comunicative atte ad intimorire l’onorevole Ismaele La Vardera, in occasione del breve incontro avvenuto a Ribera il 10 maggio scorso, a margine di un’iniziativa elettorale. E gli avvocati aggiungono: aggiunge: “Piuttosto, invitato ad avvicinarsi all’onorevoIe da alcuni suoi conoscenti, ha colto l’occasione per segnalare – immaginando comunque che la conoscesse – la drammatica vicenda della crisi idrica che attanaglia il comparto dell’agricoItura e, più in generale, le comunità locali a causa del mancato riempimento della diga Castello, oltre che delle questioni relative alla centrale idroelettrica sul fiume Verdura ed al conseguente mancato approvvigionamento di acqua per uso irriguo e civile. A fronte delle legittime richieste di Alessandro Di Gangi, coltivatore diretto interessato dalla crisi idrica, l’onorevole La Vardera ha dapprima chiesto per quale ragione non si fosse rivolto all’onorevole Pace, definito ‘cuffariano’, e, successivamente, pur dichiarandosi disponibile a fornire tutti gli atti pubblici reperibili, Io ha invitato a rivolgersi personalmente alla competente Procura. A quel punto, il signor Di Gangi riferisce di aver affermato di trovare surreale che solo il figlio di un ‘uomo d’onore’, condannato diverse volte con sentenza definitiva, doveva assumere su di sé il compito di denunciare una situazione nota a tutti, compresi, con ogni probabilità, i componenti della Commissione antimafia della quale l’onorevole La Vardera è Vicepresidente. II signor Di Gangi, pur sempre nell’ambito di una discussione pacata e serena, ha affermato quanto fosse più corretto rivolgersi ai politici, in quanto ‘detentori del potere’, mentre qualche decina di anni fa i contadini sarebbero stati obbligati a rivolgersi agli ‘uomini d’onore’. In quella occasione il signor Di Gangi ha, peraltro, percepito l’affermazione, evidentemente assecondante, dell’accompagnatore dell’onorevole La Vardera: ‘la mafia oggi è la politica’. L’incontro, per ciò che il signor Di Gangi ha pure riferito presso il Commissariato di Polizia di Sciacca laddove si è recato per sporgere querela, si è concluso cordialmente e con l’accordo che l’onorevole avrebbe reperito copia di alcuni documenti relativi alla questione della diga Castello. Insomma, nessun delirio, nessun epiteto, nessuna spocchia, ma solo lo sfogo di un contadino siciliano, tutt’oggi disponibile a raccontare alle Autorità ed a qualunque testata giornalistica la propria versione dei fatti e, soprattutto, ad accendere i riflettori sulla crisi idrica che coinvolge le comunità di Ribera e dell’intera area, e sui dubbi in ordine ai tempi ed ai modi di attivazione della bretella Diga Gammauta – Diga Castello. Da ultimo si precisa che il signor Salvatore Di Gangi, scomparso nel novembre del 2021 e padre di Alessandro Di Gangi, non è mai stato condannato all’ergastoIo, e che ha scontato complessivamente 16 anni di reclusione”.